Libri. Presentato a Roma il volume della FCEI “Protestantesimo e democrazia” Aquilante: un contributo al dibattito culturale e politico italiano

Aquilante: un contributo al dibattito culturale e politico italiano

Roma (NEV), 9 aprile 2014 – Un contributo al dibattito culturale e politico italiano. Così il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha definito il libro “Protestantesimo e democrazia” (ed. Claudiana) presentato il 7 aprile a Roma, presso la sala Nassirya del Senato, in un incontro presieduto da Gian Mario Gillio, direttore della rivista Confronti. “Come protestanti non abbiamo né una dottrina politica né una dottrina sociale da proporre – ha spiegato Aquilante – bensì una storia e un patrimonio culturale e teologico che vogliamo condividere con chi oggi nel nostro Paese si interroga sulla crisi della democrazia e delle sue forme di rappresentanza”.

Il legame tra protestantesimo e democrazia è stato illustrato più ampiamente da Paolo Naso, coordinatore della Commissione studi della FCEI e curatore del volume. Secondo Naso, pur nell’alternarsi di luci ed ombre, nella storia del protestantesimo “è individuabile un sentiero che ha costantemente accompagnato lo sviluppo delle moderne democrazie”. E’ così possibile individuare una sorta di “cassetta degli attrezzi” che può essere utilizzata per affrontare la crisi ormai globale delle democrazie. Alcuni degli “arnesi” di questa “cassetta” sono, secondo Naso, “il senso radicale della libertà, espressione di una teologia che vede nella redenzione per grazia una liberazione radicale delle coscienze”; l’idea di responsabilità come capacità di farsi carico di problemi e situazioni; la capacità di trasformare le energie del lavoro in vocazione e bene comune; la laicità dello Stato e l’autonomia della politica.

Debora Spini, autrice di uno dei saggi del volume – “Dalla rabbia al futuro” -, ha evidenziato come la crisi della democrazia sia legata a quella degli stati nazionali. Oggi gli stati nazionali hanno perso gli strumenti per influenzare processi e decisioni che si situano sempre più a livello sovranazionale. Da qui la crisi della rappresentanza politica e l’insorgere di delusione e rabbia tra i cittadini. La grande sfida è trovare gli strumenti per sottrarre il risentimento al populismo e trasformarlo in un progetto positivo.

All’intervento di Spini ha fatto eco il senatore Corradino Mineo che ha richiamato la necessità di un “pensiero lungo” che sappia attingere dall’esperienza passata e proiettarsi verso il futuro, per proporre un’analisi che non ceda alla semplice protesta.  Infine, l’onorevole Stefano Fassina, anch’egli autore di uno dei saggi del volume, ha indicato tre nodi fondamentali della crisi della democrazia: l’assenza di strumenti a disposizione degli Stati nazionali per influenzare l’economia; l’assenza di una cultura dei media che sappia promuovere il dibattito e dare spazio a punti di vista critici; una rivoluzione antropologica individualistica che vede nell’altro un concorrente e un avversario.