Per risolvere la questione israelo-palestiense bisogna cominciare da un’equa distribuzione dell’acqua

Roma (NEV), 18 giugno 2014 – Per risolvere la questione israelo-palestiense bisogna cominciare da un’equa distribuzione dell’acqua. É quanto hanno affermato i 10 membri della delegazione internazionale della Rete ecumenica per l’acqua (EWN) che hanno recentemente visitato la Cisgiordania e Gaza. “Non ho mai visto una così lampante disparità”, ha infatti dichiarato Dinesh Suna responsabile dei progetti di EWN che spiega: “Il problema non è la scarsità ma l’accesso e la distribuzione di acqua potabile. Se un palestinese ne ha a disposizione circa 70 litri al giorno, un israeliano arriva a 300”.

Il rapporto punta, tra l’altro, l’attenzione sulla scarsità di acqua potabile nei territori palestinesi; sul controllo israeliano sull’accesso all’acqua in Cisgiordania; sull’acquisizione di preziose falde acquifere da parte dei coloni; sul complesso e scoraggiante quadro giuridico; sulle altissime percentuali di infiltrazioni di acqua di mare nelle falde di Gaza. “Se israeliani e palestinesi potessero risolvere con equità le questioni riguardanti l’acqua, si potrebbe davvero creare un’atmosfera di fiducia ed apertura tale da poter risolvere anche altre difficili questioni legate al conflitto”, hanno affermato i membri della delegazione.