Roma (NEV), 13 agosto 2014 – “Profondamente preoccupata per la minaccia a cui sono esposti i cristiani e altri gruppi religiosi e etnici nel nord Iraq”, come si legge in un comunicato stampa, è la Comunione delle chiese protestanti in Europa (CCPE). L’espansione dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL), nato nello scorso giugno, sta mettendo in pericolo minoranze etniche e religiose, tra le quali anche i cristiani del nord Iraq. La CCPE sostiene l’appello del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) e invita le sue chiese membro a farsi promotrici di pressione politiche nei propri Paesi, affinché previa decisione delle Nazioni Unite si delinei un programma di protezione per uomini e donne sfollati e per porre fine alla “violenza contro minoranze etniche e religiose” perpetrata in Iraq. Pressione internazionale è richiesta anche contro quei Paesi che sostengono lo ISIL tramite la fornitura di armi e di risorse economiche.
“I cristiani in Medio oriente non si sono mai trovati in una tale catastrofe, come dalla cosiddetta primavera araba” aveva già affermato a Firenze nel 2012, in occasione dell’ultima assemblea generale della CCPE, Rosangela Jarjour, segretaria generale della Federazione delle chiese evangeliche del medio oriente (FMEEC), di cui fa parte anche il Consiglio delle chiese protestanti in Iraq. Da allora la situazione si è aggravata esponenzialmente, ed è per questo che “visti gli attuali risultati l’utilizzo del legame tra le chiese è ancor più richiesto”, ha dichiarato il segretario generale della CCPE, invitando così le chiese membro, che mettono insieme circa 50 milioni di evangelici in tutta Europa, a farsi promotori di azioni concrete di sostegno.
Una lettera aperta di solidarietà alle chiese irachene è stata inviata il 7 agosto da Isabel Apawo Phiri, segretaria generale associata per la testimonianza pubblica e la diaconia del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). Nel messaggio la Phiri chiede di pregare per i cristiani, le comunità ecclesiali e tutti gli abitanti della piana di Ninive e sostenerli con azioni concrete. Richiamando l’appello rivolto al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, la Phiri chiama a “vegliare per la protezione fisica di tutti gli individui che si trovano a difendere i loro diritti fondamentali, compreso il diritto per la libertà religiosa”. “Secondo l’arcivescovo caldeo di Kirkouk e Souleimaniye, Joseph Thomas – ha concluso Phiri -, intere città nel nord dell’Iraq sono state ormai completamente abbandonate dai propri abitanti”.