Ferma condanna della FCEI per i fatti di Tor Sapienza

Roma, 17 novembre 2014 (NEV/CS59) – Una “ferma condanna” per i fatti di “Tor Sapienza” è stata espressa sabato scorso dal Comitato Generale (CG) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), riunito a Roma in seduta plenaria il 15 novembre. Una trentina di rappresentanti di chiese – tra le altre – battiste, metodiste, luterane, valdesi e dell’Esercito della Salvezza, ha invitato “le istituzioni pubbliche a non tacere” di fronte a manifestazioni di “negazione dell’accoglienza e della discriminazione religiosa, culturale, sociale, politica, etnica e razziale, a Roma, a Scicli e in qualsiasi luogo avvengano”. Ai rifugiati del “Centro Morandi” nella periferia romana di Tor Sapienza, vittime negli scorsi giorni di attacchi razzisti, il CG ha testimoniato la propria solidarietà da parte della chiese evangeliche, da sempre impegnate sul versante dell’accoglienza allo straniero, ed esortato “i credenti di tutte le comunità di fede” ad esercitare l’accoglienza e l’amore fraterno.
Di seguito il testo integrale della delibera del CG della FCEI riunito a Roma in seduta plenaria il 15 novembre 2014:
– in sintonia con le linee operative della FCEI, che ne ispirano le attività sul versante dell’accoglienza e integrazione, tramite i propri Servizi e Progetti – in particolare il Servizio rifugiati e migranti (SRM), Essere chiesa insieme (ECI) e da ultimo Mediterranean Hope (MH) – fedele alla propria vocazione di servizio, fraternità, sororità e solidarietà rivolte “ai minimi della terra” in risposta alla Parola di Dio; – letta con apprensione l’accorata lettera dei rifugiati del Centro Morandi, a cui testimonia la sua solidarietà, – esprime ferma condanna di tutte le iniziative, prese di posizione, dichiarazioni – da qualunque parte esse provengano – improntate alla negazione dell’accoglienza e della discriminazione religiosa, culturale, sociale, politica, etnica e razziale, a Roma, a Scicli e in qualsiasi luogo avvengano. – invita le Istituzioni pubbliche a non tacere e rimanere indifferenti di fronte al male e alle tensioni in atto, e a non venir meno ai propri doveri e responsabilità di governo dei processi di integrazione e civile convivenza sociale. – esorta i credenti di tutte le comunità di fede, qualunque sia la loro denominazione evangelica e/o confessione, di testimoniare la propria fede in Dio non solamente nel silenzio della propria coscienza, bensì predicando a voce alta l’Annuncio della salvezza e della grazia, ed esercitando l’accoglienza e l’amore fraterno e sorerno.