Convegno FCEI. Soddisfazione del presidente Aquilante

Roma (NEV), 18 febbraio 2015 – Molta soddisfazione è stata espressa da Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), al termine del convegno “Dai culti ammessi alla libertà religiosa”, promosso dalla FCEI in collaborazione con la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS), svoltasi il 16 e 17 febbraio presso il Senato della Repubblica (Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani). Il Convegno, che ha rimesso al centro l’urgenza di una legge organica sulla libertà religiosa e di coscienza, abrogativa della legislazione sui “culti ammessi” di epoca fascista, era dedicato al giurista e valdese Gianni Long, già presidente FCEI, prematuramente scomparso, il cui prezioso contributo sul cammino delle libertà religiose in Italia è stato ricordato da più parti.

Oggi, in un tempo in cui le religioni sono tornate preponderatamente e drammaticamente sulla scena pubblica, “la cultura laica e democratica deve assumersi le proprie responsabilità”, ha affermato Aquilante introducendo i lavori. Una responsabilità dalla quale le stesse comunità di fede non possono esimersi, ha sottolineato Aquilante: “Occorre che ciascuna comunità di fede dichiari una sorta di ‘status confessionis’: il mondo non è terra di conquista, il mondo ha bisogno di unità, oggi più che mai”.

Così il presidente FCEI ha dato il via ai lavori del Convegno, la cui prima sessione era sul tema “Il ruolo e i diritti delle comunità di fede nella società laica”, con gli interventi del giurista Silvio Ferrari (Università di Milano), dello storico Alberto Melloni (Fondazione per le scienze religiose, Bologna), del filosofo Biagio De Giovanni (Istituto Orientale, Napoli), e del politologo Paolo Naso (Università di Roma – La Sapienza). In particolare i primi contributi hanno evidenziato un quadro in costante movimento, sia in termini di crescita della diversità religiosa, sia in termini di visibilità delle religioni, fenomeni affiancati in Europa da un recupero del valore identitario della religione. Tutto corredato dal rischio di una degenerazione del concetto della libertà religiosa, come ha fatto notare Ferrari. Per Melloni invece, una legge a tutela di tutte le minoranze religiose in Italia servirebbe innanzitutto alla maggioranza, mentre Naso, di fronte al “nuovo pluralismo religioso”, ha lanciato la sfida di una “laicità all’italiana”, cioè capace di cogliere lo specifico della situazione del nostro paese, oggi caratterizzato dal pluralismo religioso.

La mattinata del giorno successivo era tutta dedicata all’Europa: la relazione di Roberto Mazzola (Università del Piemonte Orientale) ha permesso di tracciare un quadro sulle politiche, ma anche sulla giurisdizione europea in merito alla libertà religiosa, mentre gli interventi dello spagnolo Miguel Rodriguez Blanco (Univeristà di Alcalà) e del tedesco Hans Michael Heinig (Università di Göttingen) hanno offerto un quadro comparativo di grande interesse. Successivamente Marco Ventura (Università di Lovanio), Sara Domianello (Università di Messina) e Francesco Margiotta Broglio (Università di Firenze) si sono soffermati sul diritto europeo delle religioni, non senza fare cenno alle nuove forme di laicità e confessionismo, ma anche alla necessità di ripensare al recupero delle fondamenta della convivenza.