Strage in mare. Il cordoglio degli organismi ecumenici europei ed internazionali

KEK, CEC e CCME insieme a favore di corridoi umanitari. La preoccupazione della FLM

Roma (NEV), 22 aprile 2015 – Dopo la notizia dei circa 850 migranti annegati nel Canale di Sicilia, con un comunicato stampa congiunto rilasciato il 20 aprile, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), la Conferenza delle chiese europee (KEK) e la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), hanno lanciato un appello ai paesi membro dell’Unione europea, affinché venga messa in atto un’azione preventiva per evitare altre tragedie in mare, tra cui l’istituzione di corridoi umanitari verso l’Europa.

I rispettivi segretari generali dei tre organismi internazionali di chiese cristiane (anglicane, protestanti, ortodosse e vecchio-cattoliche) – il pastore Olav Fykse Tveit, il pastore Guy Liagre, e Doris Peschke – hanno espresso dolore per i morti, assicurando le loro preghiere ai famigliari, ma anche ai soccorritori e a chi è impegnato nell’accoglienza. “Queste tragedie ci spronano ad accrescere i nostri sforzi nell’affrontare le cause alla base della povertà, dell’insicurezza sociale, e dei conflitti nei paesi dai quali provengono i migranti”, ha sottolineato Tveit, mentre Peschke ha così concluso: “Solo corridoi legali e sicuri verso l’Europa possono aiutare a prevenire queste tragedie. Questo include un aumento dei reinsediamenti di rifugiati e una sospensione delle richieste di visti per le persone provenienti da paesi in conflitto, come la Siria e l’Eritrea. Servono ‘passaggi sicuri'”. Già a febbraio la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) in collaborazione con il CCME aveva promosso a Roma una conferenza internazionale dal titolo: “Morti alle frontiere dell’Unione europea – Ci sono delle alternative!” durante la quale furono proposti appunto i “passaggi sicuri”.

Tra gli altri è intervenuto sulla tragedia del Canale di Sicilia anche il segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM), Martin Junge, riaffermando l’impegno profuso dalla FLM e dal suo Dipartimento umanitario verso gli sfollati e i profughi. Già nel 2011 il Consiglio della FLM espresse preoccupazione per il fatto che molti paesi ricchi, “non avevano offerto una generosa accoglienza alle persone vulnerabili che erano state costrette a fuggire dalle loro case – ricorda Junge -. Questa è una questione di vita o di morte, come ora abbiamo visto con i migranti che annegano nel Mediterraneo”.

Irmgard Schwaetzer, presidente del Sinodo della Chiesa evangelica in Germania (EKD) e già ministra del governo federale, ha anticipato che tra i temi del prossimo Sinodo (Würzburg, 1-3 maggio 2015) verrà affrontata anche la questione delle politiche europee d’immigrazione. Per Schwaetzer l’Europa deve garantire ai rifugiati dei canali legali attraverso i quali raggiungere l’Europa, e l’Unione Europea deve smettere di presentarsi come una fortezza che chiude le proprie porte.