Roma (NEV), 3 giugno 2015 – Quale sarà il futuro delle chiese cristiane in Europa e quale il ruolo dei Consigli nazionali? E’ quanto si sono domandati i partecipanti all’incontro europeo dei Consigli nazionali di chiese, convocato a Berlino dal 26 al 29 maggio scorsi dalla Conferenza delle chiese europee (KEK). Partendo dalla loro concreta esperienza di lavoro, i 25 partecipanti, provenienti da 15 nazioni del vecchio continente, hanno simulato tre diversi scenari futuri, tutti caratterizzati dalla diminuzione numerica delle chiese, dalla minore disponibilità economica e dall’avanzare della secolarizzazione, nella cornice di una società sempre più multiculturale. Il primo scenario esplorato è quello di chiese che, divenute minoranza, accentuano il loro ruolo di voce profetica nella società: la perdita di visibilità istituzionale e riconoscimento pubblico viene compensata da una predicazione più franca e libera. In questo contesto, i Consigli nazionali offrirebbero alle chiese dei servizi comuni per amplificare la loro voce.
La seconda simulazione ha invece visto il progredire della secolarizzazione in una società più libera e democratica, in cui tutte le voci hanno un loro spazio per il bene comune. In questo caso, i Consigli nazionali coordinerebbero il lavoro sociale e di dialogo delle chiese che avverrebbe in rete con associazioni laiche e interreligiose. Il terzo e ultimo scenario vede invece le chiese scivolare da una posizione di maggioranza verso una di minoranza, se non di marginalità. Qui i Consigli nazionali diventerebbero il luogo di un intenso lavoro ecumenico dal quale riuscirebbe a emergere una voce unitaria dei cristiani. “In qualche modo quest’ultimo scenario lo abbiamo potuto vedere dal vivo nell’incontro avuto con il Consiglio delle chiese di Berlino e Brandeburgo (OeRBB)”, ha spiegato il pastore Luca Baratto che a Berlino ha rappresentato la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). In effetti, nella regione di Berlino solo il 35% della popolazione è affiliata a una comunità religiosa.
“In un contesto così altamente secolarizzato, le iniziative delle chiese fanno fatica a trovare visibilità, perché riguardano una minoranza della popolazione – ha affermato Emmanuel Sfiatkos, metropolita della chiesa greco ortodossa in Germania e vice presidente dell’OeRBB -. E’ una situazione, questa, che crea in molti la percezione di una crescente ‘discriminazione’ contro i cristiani, il cui ruolo nella società viene con più facilità contestato. E’ tuttavia un dato di fatto che queste difficoltà abbiano rafforzato i rapporti ecumenici e creato maggiore fraternità e collaborazione tra i cristiani”.