Clima. Leader religiosi francesi consegnano un appello al presidente Hollande

I membri della Conferenza dei responsabili dei culti in Francia: “Serve un accordo vincolante”

Roma (NEV), 1 luglio 2015 – In vista della Conferenza delle parti sul clima (COP21) prevista in dicembre, oggi a Parigi diversi leader religiosi francesi hanno consegnato al presidente François Hollande una dichiarazione congiunta sulla crisi climatica. A cinque mesi da quella che viene definita l’ultima occasione per evitare un disastro globale e irreversibile, i leader religiosi hanno lanciato un appello, affinché alla COP21 i governi adottino un accordo vincolante su almeno tre punti: uscire dall’era dei combustibili fossili e applicare misure che permettano di non superare un riscaldamento globale di più 2 gradi centigradi; proteggere le popolazioni più vulnerabili dagli impatti climatici; favorire uno sviluppo ecologicamente responsabile, nonché la lotta alla povertà. E ai membri delle proprie tradizioni religiose hanno chiesto di prendere coscienza delle implicazioni della COP21 e di modificare i propri stili di vita.

I rappresentanti protestanti, cattolici, ortodossi, musulmani, ebrei e buddisti aderenti alla Conferenza dei responsabili dei culti in Francia (CRCF), per l’occasione hanno tutti aderito al digiuno collettivo #fastfortheclimate, un movimento diventato globale, nato nel 2013 dall’iniziativa del commissario filippino per il clima Yeb Saño, che consiste nell’astenersi dall’assunzione di cibo ogni primo del mese (clicca qui). Tra i leader religiosi presenti oggi all’Eliseo il pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (FPF); l’arcivescovo Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale di Francia; Anouar Kbibech, presidente del Consiglio francese del culto musulmano; Haïm Korsia, Grande rabbino di Francia; il metropolita Emmanuel Adamakis, presidente dei vescovi ortodossi di Francia; e il monaco buddista Olivier Wang-Genh. Ad accoglierli, tra gli altri, anche la ministra dell’ambiente Ségolène Royal, il ministro dell’interno Bernard Cazeneuve, nonché Nicolas Hulot, inviato speciale del presidente Hollande per la protezione del pianeta, che l’anno scorso aveva fatto appello alle autorità religiose perché provocassero una presa di coscienza massiccia di fronte alla crisi climatica attuale, sfida prontamente raccolta dal CRCF.

Per i leader religiosi, incontratisi a maggio per stilare il testo della dichiarazione congiunta (vedi NEV 22/15), la crisi climatica rappresenta “una sfida spirituale e morale”: “Innanzitutto è in gioco il nostro rapporto con la creazione, intesa come dono di Dio, e il nostro rapporto alla natura … Distruggendo l’ambiente, l’umanità si autodistrugge. Preservandolo, invece, ci preserviamo noi, il nostro prossimo e le generazioni future”. Pertanto i leader spirituali chiamano ad un azione climatica attraverso una rimodulazione dei nostri valori e comportamenti: “Rifiutiamo l’indifferenza e l’avidità. Apriamoci alla compassione e alla fraternità. Usciamo dai nostri egoismi. Siamo solidali e prendiamo come bussola il bene comune”. (Per la dichiarazione interreligiosa in francese clicca qui).