Grecia. Solidarietà della Conferenza delle chiese europee al popolo greco

Un appello affinché “la Grecia rimanga nell'Eurozona e nella UE”

Roma (NEV/Riforma.it), 8 luglio 2015 – I leader dell’Unione europea (UE), insieme ai leader greci, trovino un terreno comune per il futuro della Grecia all’interno dell’Eurozona e dell’Unione. E’ questa l’esortazione che la presidenza della Conferenza delle chiese europee (KEK) ha lanciato, lo scorso 3 luglio, in una lettera aperta indirizzata al pastore Meletis Meletiades, presidente del Sinodo della Chiesa evangelica greca, e al metropolita Hieronymos II, primate della Chiesa ortodossa greca – entrambe membro della KEK. “Vi scriviamo con profonda preoccupazione per il futuro dell’Unione europea”, hanno esordito i firmatari della missiva – il presidente della KEK, vescovo Christopher Hill; i due vice presidenti, il metropolita Emmanuel di Francia e la vescova Karin Burstrand; e il segretario generale, pastore Guy Liagre. La convinzione degli esponenti della KEK è infatti che in questi giorni sia “in gioco non soltanto il futuro di una nazione, ma il futuro del progetto europeo” e in particolare di una UE fondata sui principi di “condivisione, cooperazione e solidarietà”.

Con questa premessa, la presidenza della KEK ha voluto prima di tutto esprimere la propria solidarietà al popolo greco: “La diminuzione degli standard del tenore di vita – in particolare per coloro che sono poveri o che vivono di pensioni che sono al di sotto della linea di povertà, come pure per coloro che stanno ai margini della società -, è inaccettabile in una Unione basata sulla condivisione e sulla solidarietà. Egualmente inaccettabile è la mancanza di visione offerta ai giovani che si somma alla disoccupazione. La dignità delle persone, secondo la teologia cristiana create a immagine di Dio, deve essere protetta in ogni circostanza”.

L’ultima parte della lettera, volutamente scritta prima dell’esito del referendum di domenica scorsa, contiene un appello alle autorità europee: “A nome della KEK, chiediamo ai leader politici dell’Unione di rafforzare ancor più i loro sforzi, senza alcun riguardo al risultato del referendum di domenica, per mantenere la Grecia nell’UE e per trovare i meccanismi per affrontare la sostanza delle attuali difficoltà; in particolare i meccanismi della ristrutturazione del debito, al momento il maggior peso che grava sullo schiudersi del futuro della Grecia. Sollecitiamo i leader dell’Unione insieme ai leder della Grecia di trovare un terreno comune per il futuro della Grecia all’interno dell’Eurozona e dell’Unione”.