Sud Sudan. Lanciato dal CEC un processo di pace guidato dalle chiese

La dichiarazione ufficiale: “La guerra deve terminare subito”

Roma (NEV), 12 agosto 2015 – Dopo gli incontri preparatori di giugno a Kigali (Ruanda), e di luglio a Juba (Sud Sudan) lo scorso 8 agosto il Consiglio delle chiese del Sud Sudan (SSCC) e il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) hanno ufficialmente lanciato un appello e un programma di pace con l’intento di influenzare le scelte politiche dei governi e di promuovere azioni di riconciliazione. Riunitosi presso il Juba Christian Centre, il SSCC e il CEC hanno chiesto “con forza la fine immediata e incondizionata dei combattimenti. La guerra deve terminare subito”.

“E’ inaccettabile che le persone continuino a uccidere e a essere uccise mentre i leader litigano su questioni quali potere, posizioni e percentuali” si legge nella dichiarazione ufficiale di Juba, che ha incoraggiato tutte le parti in conflitto a firmare la proposta di accordo per la risoluzione del conflitto, che in queste ore è all’ordine del giorno della riunione in Etiopia tra le parti in causa, condotta dall’Autorità Intergovernativa per lo sviluppo (IGAD).

Parole di sostegno sono giunte dal pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, che ha dichiarato: “Questa petizione deve ora essere ascoltata. Parlano in nome di una nazione intera che vive una drammatica crisi. E’ il momento di fermare questa guerra insensata”.