Concluso il Sinodo valdo-metodista. Bernardini riconfermato moderatore per il quarto mandato

Un lungo applauso saluta la riconferma del pastore Eugenio Bernardini a moderatore della Tavola valdese. “Solo accogliendo chi soffre si può accogliere Dio"

Eugenio Bernardini

Torre Pellice (Torino), 28 agosto 2015 (SSSMV/14) – “Solo accogliendo chi soffre si può accogliere Dio” questo il messaggio centrale del discorso del pastore Eugenio Bernardini, riconfermato per il quarto anno consecutivo moderatore della Tavola valdese (organo esecutivo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi) dal Sinodo riunito a Torre Pellice (23-28 agosto). Prendendo spunto dal versetto biblico (Galati 5,22) Bernardini ha messo l’accento sull’infuocata polemica sull’accoglienza ai profughi: “L’uso strumentale che alcune forze politiche fanno di questo dramma umanitario planetario – rinfocolando così ciò che la predicatrice del culto inaugurale ci ha ricordato, e cioè che tutti noi siamo naturalmente predisposti a sentimenti di pregiudizio, razzismo, nazionalismo – si giudica da sé”.

Un Sinodo particolarmente “intenso e produttivo”, ha affermato Bernardini: “Questo è il ‘mestiere’ dei cristiani, che noi svolgiamo sia con un servizio diretto di aiuto (diakonia) sia con un insegnamento (predicazione) con cui intendiamo scuotere i cuori e le coscienze di coloro che pensano che i drammi sociali e umanitari non ci riguardano e che voltano la testa, chiudono gli occhi, e passano dall’altra parte della strada, come ricorda appunto Gesù nella parabola del buon samaritano (Luca 15)”. Il moderatore si è soffermato anche sulla crisi economica che attraversa il nostro paese: “Come si fa ad essere nella gioia in situazioni così difficili? Quando i più giovani hanno difficoltà come non mai a trovare lavoro e quindi a progettare il loro futuro, quando lo stato sociale – di cui gli europei vanno giustamente fieri – riduce, a volte anche drasticamente, il proprio sostegno anche ai più fragili e deboli?”, ricordando che dovremo fare i conti stabilmente con la necessità di uno stile di vita più sobrio, con meno “cose”, con meno risorse economiche, con più precarietà: “’meno cose’ non esclude che si possano trovare ‘cose migliori’, ‘meno risorse economiche’ non esclude che si possano trovare ‘più risorse di socialità e di comunità’”.

Il messaggio si è poi soffermato dopo il saluto di monsignor Bruno Forte, presidente dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI sul perché: “il discorso al Sinodo di monsignor Bruno Forte, a nome dei vescovi italiani, ha confermato che un nuovo cammino è possibile, persino su questioni teologiche antiche e divisive, ricercando soluzioni fin qui non esplorate e troppo poco esplorate. Perché sarebbe possibile fare oggi quello che non è stato possibile fare ieri? Perché – ha concluso Bernardini – oggi ci anima una più intensa e rispettosa fraternità nutrita da decenni di confronto comune sulla Scrittura e da una pratica di preghiera e di servizio – nonostante i periodi di stanchezza che ci sono stati – che ci ha permesso di conoscerci per ciò che oggi siamo realmente e non per l’immagine che ci siamo fatti gli uni degli altri. Né vogliamo nascondere che il bagno di umiltà cui ci costringe la postmodernità è salutare nel contrastare orgogli confessionali o denominazionali che non hanno alcuna base evangelica.”

Gli altri membri della Tavola valdese sono Luca Anziani (vicemoderatore), Jens Hansen, Greetje van der Veer, Aldo Lausarot, Rosanna Ciappa, Italo Pons. Presidente dell’Opera delle chiese evangeliche metodiste d’Italia (OPCEMI) è Alessandra Trotta. Decano della Facoltà valdese di teologia il professor Fulvio Ferrario. Il Sinodo si è chiuso con un culto liturgico di Santa Cena presso il tempio di Torre Pellice. (NEVCS/58)