Roma (NEV), 7 ottobre 2015 – Con un comunicato stampa diffuso lo scorso 2 ottobre, la Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) si è detta “lieta della prossima visita del 15 novembre da parte di papa Francesco alla Comunità luterana di Roma”. Inoltre, la CELI è grata alla comunità di Roma, guidata dal pastore Jens-Martin Kruse, “per l’impegno profuso nel rendere possibile l’evento che consiste nella celebrazione congiunta di un culto” (vedi NEV 38/2015).
Tuttavia, in merito a recenti dichiarazioni del pastore Kruse pubblicate su alcuni organi d’informazione, la CELI – per mezzo del comunicato stampa – ha tenuto a fare qualche precisazione “per spiegare meglio l’idea che la CELI stessa ha dell’ecumenismo”.
“Per noi luterani a Roma, Francesco è il nostro vescovo”: questa l’affermazione – pur relativizzata dal pastore Kruse nel prosieguo della sua dichiarazione – che ha causato qualche scontento. Secondo la CELI essa potrebbe “indurre in una errata interpretazione del pensiero della Chiesa luterana sulle proprie relazioni con la Chiesa cattolica romana. La CELI è determinata nell’impegno a migliorare sempre di più i rapporti con la Chiesa cattolica romana, fermamente convinta che gli elementi in comune tra le due Chiese siano decisamente più importanti delle differenze esistenti”. Ma la CELI “per realizzare una sincera Unità dei Cristiani come formulata nel Credo, non ritiene opportuno, nella situazione attuale, ignorare le differenze costituzionali di entrambe le Chiese”.
“D’altronde – come ha spiegato Heiner Bludau, decano della CELI – esiste una differenza sostanziale tra la visita del papa presso una realtà cattolica romana e quella presso una comunità luterana”.
La CELI ribadisce fortemente che occasioni d’incontro, come quella del prossimo novembre, sono utili per una sempre maggiore conoscenza reciproca e per la prosecuzione di un cammino ecumenico che la CELI ha sempre percorso e continua a percorrere insieme alle altre chiese protestanti cui è legata.