Roma (NEV), 28 ottobre 2015 – La sesta Consultazione internazionale dell’organizzazione “Testimoniare con i migranti” (CWWM) tenutasi a Istanbul, in Turchia – proprio due giorni prima della convocazione dei “Civil Society Days” (12-13 ottobre), ottavo Forum globale su migrazione e sviluppo – ha prodotto un documento in venti punti programmatici. Presente alla Consultazione la pastora battista Gabriela Lio, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). “L’incontro – ha dichiarato Lio all’agenzia stampa NEV – ha prodotto un documento importante con venti punti programmatici nei quali abbiamo voluto rispondere ad alcune domande legate al tema scelto: quello della libera circolazione di persone in fuga da territori disagiati e in guerra. Nel primo punto – ha proseguito Lio – abbiamo espresso il nostro orrore per la sofferenza e la morte di migliaia di esseri umani causate dalle migrazioni forzate di massa che si verificano in molte parti del mondo; migrazioni che avvengono attraverso il Mediterraneo dall’Africa e dal Medio Oriente ma anche attraverso l’Europa.
Queste persone attraversano mari pericolosi e confini fortificati. Una particolare attenzione l’abbiamo voluta riservare ai minori non accompagnati ricordando anche quelli che dal Messico cercano di raggiungere gli Stati Uniti, una situazione impossibile da ignorare, come la questione della tratta di esseri umani”. La CWWM è una piattaforma internazionale per la difesa comune dei migranti composta da avvocati, chiese e organismi ecumenici, tra i quali figura anche il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). La CWWM ritiene che i migranti, in quanto esseri umani, non possano essere ridotti a meri prodotti da negoziare e/o scambiare nel mercato globale e che la libertà di circolazione delle persone sia un diritto umano. La migrazione forzata pertanto è una violazione di tale diritto.
La CWWM lavora da tempo per la giustizia e la pace con tre obiettivi principali: l’analisi e la riflessione teologica, la difesa dei diritti umani e la sensibilizzazione sociale e culturale. “Quello che noi già facciamo – anche come FCEI con il progetto Humanitarian Desk, citato al punto 17 del documento, che prevede l’apertura di corridoi umanitari attraverso il Marocco e il Libano, – per affrontare il tema delle migrazioni forzate dev’essere accresciuto e sostenuto. Abbiamo ribadito l’intenzione di rinnovare la struttura del CWWM e la rete e le risorse che rendono questo lavoro congiunto possibile. Le chiese e le comunità ecumeniche si adoperano per la giustizia di Dio attraverso l’impegno personale e collettivo per ridare speranza agli sfollati. L’imperativo per il CWWM – ha concluso Lio – è di agire subito e con decisione”. Il documento è disponibile sul sito della FCEI (clicca qui).