Per un domani più giusto e sostenibile

Roma (NEV), 28 ottobre 2015 – Pubblichiamo il messaggio finale della Consultazione sul cambiamento climatico organizzata dalla Conferenza delle chiese europee (KEK) a Schwerte (Germania) dal 12 al 14 ottobre scorsi. Circa 50 partecipanti provenienti da 14 paesi del Vecchio Continente si sono ritrovati presso l’Accademia evangelica di Villigst per fare il punto della situazione sui “Pellegrinaggi per la giustizia climatica” che da diverse nazioni d’Europa confluiranno sulla Conferenza ONU sul cambiamento climatico (COP21) che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 (vedi NEV 43/15).

Salmo 106,3: Beati coloro che osservano ciò che è prescritto, che fanno ciò che è giusto, in ognitempo!

Componenti di differenti chiese aderenti alla KEK, 50 leader e partecipanti al Pellegrinaggio per il cambiamento climatico attraverso il continente si sono incontrati a Schwerte in Germania dal 12 al 14 ottobre 2015. Abbiamo riflettuto sul cambiamento climatico e il prossimo Summit di Parigi da una prospettiva di fede e in uno spirito ecumenico.Il cambiamento climatico, insieme alla povertà di massa, è una delle sfide più urgenti che il mondo deve fronteggiare. Gli effetti del cambiamento climatico sono già stati sperimentati in primo luogo dalle comunità e dai paesi più vulnerabili. E’ di estrema urgenza eliminare le emissioni di anidrite carbonica di origine antropica e rafforzare la resilienza delle comunità più vulnerabili, se vogliamo evitare di distruggere l’abilità della buona terra di Dio di sostenere la vita nella sua piena abbondanza.

In questa situazione le nostre chiese ricordano con forza la responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri, incluse le future generazioni. Dio ci chiama ad agire con giustizia e a sviluppare modi di vivere compatibili con la necessaria sostenibilità. Deuteronomio 16,20: La giustizia, solo la giustizia seguirai, affinché tu viva epossegga il paese che l’Eterno, il tuo Dio, ti . Siamo incoraggiati a proteggere i deboli e a lasciare un’eredità positiva ai nostri nipoti.Con provenienze e tradizioni diverse, abbiamo incontrato i pellegrini che si stavano dirigendo dalle loro case verso Parigi, ispirati dall’impegno di dimostrare speranza e di cercare stili di vita che sfidano il modo attuale di produrre e di consumare nelle nostre società. A partire dalla nostra esperienza, noi crediamo fortemente che le nostre intere vite abbiano bisogno di essere trasformate e sostenute da valori di solidarietà e sostenibilità nel mondo di oggi.Il Pellegrinaggio è un modo di porre l’attenzione sul fatto che il cambiamento climatico riguarda il nostro modo di pensare e vivere insieme, nonché la nostra fede. Siamo tutti protagonisti di un esodo dall’economia basata sul consumo di energie fossili. Noi camminiamo insieme ai rifugiati climatici e ai migranti per il diritto delle future generazioni a una vita di benessere e in armonia su questo pianeta. Il pellegrinaggio è un modo per esprimere non solo preoccupazione ma anche speranza per un futuro di libertà, pace e giustizia come parte dell’intera creazione.Noi prendiamo sul serio il V Rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) che invoca azioni urgenti per limitare l’aumento di temperatura ben al di sotto dei 2 gradi Celsius e chiediamo perciò ai leader politici di agire con decisione a favore di uno sviluppo sostenibile.

Leadership europea per il bene comune

Noi sollecitiamo i decisori politici a lavorare insieme oltre l’orizzonte di breve termine e a prendere decisioni durevoli per il bene comune. L’accordo alla Conferenza di Parigi ed oltre dovrà portare a mettere da parte gli interessi privati e a concentrarsi su questa sfida che possiamo solo risolvere insieme. L’UE è la seconda area del mondo per emissione di gas accumulati in atmosfera e per i gas serra che attualmente vengono prodotti. Perciò abbiamo la responsabilità storica e presente di far fronte al problema che minaccia la vita su questo pianeta, la casa comune.Rivolgiamo un particolare appello ai leader politici europei perché venga accelerato il superamento delle divisioni tra paesi sviluppati ed in via di sviluppo per contribuire a una equa ripartizione degli sforzi e per provvedere un sostegno finanziario, tecnico e legale appropriato a favore dei paesi più poveri e più vulnerabili. Questi paesi stanno già facendo fronte alla sfida dell’adattamento, non senza gravi perdite e danni.

E rivolgiamo un particolare appello ai nostri governi affinché intraprendano azioni a lungo termine e prendano misure di sviluppo che coinvolgano i cittadini. Le politiche relative al cambiamento climatico non devono essere mirate solo alle attività industriali ed agricole. Il cambiamento climatico è il risultato di un atteggiamento mentale che pretende di consumare sempre di più a livello individuale e familiare. Questa attitudine deve essere affrontata alla radice e non è possibile agire solo sulle conseguenze. Sebbene scienza e tecnologia giochino un ruolo significativo nella risposta al cambiamento climatico, contare solo su di esse non sarà sufficiente. E’ un “must”, nei programmi per il clima, lavorare sugli aspetti etici ed educativi, così come sul coinvolgimento delle persone.

L’azione per il clima non deve essere limitata ai governi: è responsabilità di tutti noi ripartire gli sforzi.

Noi invitiamo le chiese in Europa insieme alle comunità di fede nel mondo ad impegnarsi a:Seguire l’esempio delle comunità di fede che si sono unite al pellegrinaggio per la giustizia climatica (*) e che aderiscono regolarmente al digiuno per la giustizia climatica (**).Essere responsabili per la Terra, la nostra casa comune, nelle nostre vite individuali e nelle nostre comunità di fede.Considerare i nostri comportamenti di consumo e orientarli verso pratiche e stili di vita sostenibili, valutando l’impronta ecologica delle nostre organizzazioni ed istituzioni ed i modi di ridurla, esplorando e introducendo strategie che escludano il consumo di energie fossili e disinvestendo negli stessi ove praticabile.Stimare i rischi climatici che colpiscono le nostre comunità, attrezzarci per la prevenzione e la loro riduzione incoraggiando le comunità a stabilire obiettivi di resilienza climatica al 2025; definire le azioni necessarie all’adattamento all’impatto del cambiamento climatico.Intraprendere sforzi costanti nelle comunità per far crescere una consapevolezza del contesto climatico in cui viviamo come espressione della cura verso la Terra, approfondendo la nostra comprensione della interconnessione degli essere umani con la natura, sviluppando le capacità e le competenze delle persone e spingendo i nostri Governi ad operare per la giustizia climatica.

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