Ilaria Valenzi: Una stagione della libertà religiosa che colmi le mancanze ancora presenti

Roma (NEV), 4 novembre 2015 – Prosegue la rubrica di interviste e schede dell’Agenzia NEV in vista della XVII Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che si terrà dal 4 all’8 dicembre prossimi a Pomezia (Roma). Questa settimana pubblichiamo un’intervista sulla libertà religiosa a Ilaria Valenzi, responsabile dell’ufficio legale della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS).

INTERVISTA: Ilaria Valenzi: Una stagione della libertà religiosa che colmi le mancanze ancora presenti

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS) sono da tempo impegnate sul fronte della promozione di una legge sulla libertà religiosa. Cos’ha caratterizzato in modo particolare l’ultimo triennio?

Un rilancio deciso della riflessione e dell’impegno attivo della Federazione sul tema della libertà religiosa, tanto per quanto riguarda gli aspetti generali istituzionali che quelli quotidiani. Si è proceduto a costruire una mappatura dello stato attuale, individuando punti critici e punti di forza. Veniamo da anni di disegni di legge il cui iter legislativo si è bloccato: l’idea guida del lavoro della FCEI è stata quella di rilanciare quel lavoro per inaugurare una stagione della libertà religiosa che colmi finalmente le mancanze ancora presenti nel nostro paese. Tale azione è avvenuta con una costante attenzione al tema, sia a livello interno, delle comunità che sono rappresentate nella FCEI, e anche nella CCERS; sia a livello istituzionale – prefettura, ministeri -, con una voce costante di richiamo al tema; che infine ha visto slancio e aperture, anche per temi contigui quali per esempio la cittadinanza.Tra le criticità dal 2012, ma anche prima, la Lombardia ha costituito un vero e proprio caso di studio, e un motivo di lavoro concreto. A Gorle, Bergamo, furono chiusi luoghi di culto anche di comunità evangelicali, spesso composte da immigrati – lo stesso è accaduto in diversi altri comuni lombardi; e questo ha fatto emergere quanto grave fosse il vulnus legislativo: manca una legge quadro nazionale. La legge regionale lombarda dopo il ricorso della Presidenza del Consiglio e su nostra istanza al Governo che si facesse promotore del giudizio davanti la Corte costituzionale, è ora in attesa di un pronunciamento dalla Corte Costituzionale. Il vulnus normativo generale rimane. E’ stata questa una battaglia anche nostra, dal punto di vista anche legale.

La FCEI, in collaborazione con la CCERS, sul tema della libertà religiosa ha organizzato convegni ed è’ in elaborazione da parte di un gruppo di giuristi un disegno di legge. A che punto siamo?

Ci sono stati tre convegni, tra cui uno a Milano specifico sulla legge lombarda. I due convegni a Roma sono l’uno la prosecuzione dell’altro. Il primo ha acceso i riflettori: con le chiese rappresentate nella FCEI e nella CCERS, ha ripreso in mano il tema della libertà religiosa e la necessità di una legge adeguata. Giuristi, storici, politici, sociologi, hanno ripreso l’urgenza di una legge quadro, ragionando in particolare sulle modalità utili a realizzarla oggi. Hanno preso parte ai lavori anche la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Intero, che hanno costituito una collaborazione attiva e proficua per tutto il lavoro del mandato FCEI. Il secondo convegno è giunto nel momento in cui si è fatto un discorso più articolato sulla esigenza della nuova legge, e sul lavoro in tal senso del gruppo di specialisti guidati dal costituzionalista Roberto Zaccaria, presidente del Consiglio italiano per i rifugiati (CIR), già parlamentare che ha lavorato direttamente sui precedenti disegni di legge in materia. Il Convegno ha dato atto di una prima fase di lavoro del disegno di legge, ed è stata al contempo occasione affinché le comunità ecclesiastiche e religiose intervenissero con i propri relatori. L’obiettivo è ancora quello di superare la legge sui “culti ammessi”, risalente al periodo fascista (1929-30), che rappresenta tutt’oggi il quadro giuridico di riferimento per chi non gode di un’Intesa con lo Stato. La grande novità è stata la presenza della Conferenza episcopale italiana (CEI): il vecchio veto della CEI contro il principio di laicità da inserire nella proposta di legge, è ora caduto. In particolare dal 17 febbraio 2015, quanto mons. Galantino, segretario generale della CEI, durante i lavori del II Convegno FCEI, con la sua dichiarazione ha inaugurato un’inedita apertura affinché una legge sulla libertà religiosa divenga realtà. Questo ha cambiato sostanzialmente i rapporti ecumenici e anche istituzionali. Il Convegno ha avuto da questo punto di vista una vera e propria “anima costituente”: con la dichiarazione di Galantino, tra le altre, si apre una nuova stagione costituente sulla libertà religiosa.

Che lavoro vi riserva il futuro?

Il percorso è tutt’altro che finito, vive semmai la sua fase cruciale. La proposta di legge è sostanzialmente pronta, e bisognerà ora curare l’iter politico e istituzionale affinché arrivi alla discussione in Parlamento. Da questo punto di vista dobbiamo continuare a essere un elemento propulsivo. L’attenzione deve rimanere massima, affinché il lavoro fin qui fatto non si perda ma anzi trovi realizzazione.