Salvaguardia del Creato. L’appello delle chiese cristiane di Parma: no allo spreco

In occasione della COP21 di Parigi un vademecum per le chiese sul consumo responsabile

Roma (NEV), 2 dicembre 2015 – Le chiese di Parma vanno “ecumenicamente green” e dicono basta allo spreco. In occasione della Conferenza delle parti (COP21) sul clima in corso a Parigi, il Consiglio delle chiese cristiane di Parma (CCCPR), in collaborazione con il gruppo diocesano giustizia-pace-ambiente, ha diffuso un documento sull’”equa distribuzione dei beni” teso al cambiamento degli stili di vita, a favore della giustizia climatica. Riconoscendo che “non è più possibile uno sfruttamento illimitato della terra attraverso l’aumento della produzione”, l’articolato documento, sottoscritto dalle chiese metodista, avventista, cattolica, ortodossa greca e romena, elenca una serie di azioni molto concrete da mettere in campo per evitare gli sprechi e combattere il riscaldamento globale. Prendendo spunto dal racconto di Esodo, laddove il popolo d’Israele in viaggio nel deserto viene sfamato da Dio con il dono della manna che tutti possono raccogliere nella misura necessaria per ognuno ma senza conservarne l’eccesso (Esodo 16,4-21), le chiese di Parma lanciano un appello al consumo responsabile. Energia elettrica, consumo idrico e alimentazione: questi i tre ambiti in cui le chiese cristiane della città emiliana si sono impegnate ad operare per evitare sprechi e alleggerire la propria “impronta ecologica”.

“Si tratta del frutto di un lavoro di gruppo svoltosi durante il Tempo del Creato 2015 (1° settembre-4 ottobre) – ha spiegato la pastora metodista della città emiliana, Mirella Manocchio -. Il documento che abbiamo sottoscritto ci impegna a modificare i nostri stili di vita e le nostre scelte anche all’interno delle spettanze delle singole chiese, collaborando con enti ed organismi che a livello locale, nazionale o mondiale si occupano della questione. Ora ci dobbiamo dare da fare per mettere davvero in pratica gli impegni presi. La nostra chiesa ha cominciato con la raccolta differenziata, con utensili di plastica riciclata e con il cambiare tutte le lampadine mettendo quelle a basso consumo”. E non manca nel documento un cenno a chi deve ancora nascere: “Il pianeta, la creazione tutta, non è nostra, ci è stata affidata da Dio perché tutti ne possano godere, anche le generazioni future”. (Per il documento integrale vai a http://riforma.it/it/articolo/2015/11/30/un-documento-sullequa-distribuzione-dei-beni).