Burundi. CEC e CETA: situazione allarmante

Appello alla leadership politica del paese africano

Roma (NEV/Riforma.it), 23 dicembre 2015 – Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e la Conferenza delle chiese di tutta l’Africa (CETA) si sono riuniti per esprimere grave preoccupazione per il popolo del Burundi che versa in una situazione di estrema tensione e di crescente violazione dei diritti umani.

Nella dichiarazione congiunta rilasciata il 18 dicembre, il CEC e la CETA osservano che la crisi politica in Burundi a partire dall’aprile 2015 “è stata segnata dalla violenza brutale, da attacchi mirati, da uccisioni extragiudiziarie, e da grave oppressione”. Questi sviluppi richiamano tristemente le tragiche ferite della guerra civile e il genocidio che ha colpito in passato la regione e minacciano i fondamenti stabiliti con l’accordo di Arusha dell’agosto 2000. Il CEC e la CETA, pertanto, hanno accolto con favore gli sforzi della comunità internazionale per affrontare questa allarmante situazione, in particolare attraverso la Commissione per l’unione, la pace e la sicurezza africana, la Commissione africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, e più recentemente attraverso la sessione speciale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite svoltasi il 17 dicembre scorso. “È fondamentale – si legge nella dichiarazione – che la comunità internazionale acceleri e rafforzi l’attuazione di tali misure”. Inoltre, nella dichiarazione si fa appello “al governo e alla leadership politica del Burundi affinché faccia un passo indietro dalla strada della violenza per incamminarsi sulla via della pace”, e si invoca “una leadership responsabile che non tolleri la complicità negli omicidi e altre violazioni gravi ora così diffuse nel paese”.

Alle chiese invece viene chiesto di pregare e di lavorare insieme per la pace, contro le divisioni e la violenza, e di essere fedeli testimoni e guide lungo il pellegrinaggio di giustizia e pace in Burundi.

“In questo tempo di Avvento, in cui attendiamo la nascita di Gesù Bambino, il Principe della pace, noi preghiamo che tutti coloro che ora sposano la violenza e la divisione nel Burundi si impegnino a realizzare la pace in questa terra ferita. Dio della vita, guida il Burundi alla giustizia e alla pace”, conclude la nota.