La Chiesa episcopale statunitense sospesa per tre anni

Roma (NEV), 20 gennaio 2016 – La Chiesa episcopale – braccio statunitense e progressista della Comunione anglicana – al termine del meeting che ha visto riuniti a Canterbury (UK) i 38 primati anglicani, è stata sospesa per tre anni per non aver rispettato la dottrina in tema di ordinazione di ministri di culto omosessuali e di matrimonio tra persone dello stesso sesso. L’incontro convocato dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, primus inter pares, e tenutosi dall’11 al 15 gennaio, si è svolto a porte chiuse per trattare “il” tema che da anni tormenta la Comunione anglicana e vede contrapposte soprattutto le chiese del Sud e del Nord del mondo.

Amarezza per la decisione è stata espressa dal vescovo Michael Curry, presidente della Chiesa episcopale. Il suo pensiero è andato immediatamente “a tutti quei fedeli LGBT che si sono avvicinati alla nostra chiesa, dopo essere stati condannati dalle loro chiese d’origine, dalle loro famiglie, dalle comunità in cui vivono. Ora per loro si aggiunge dolore al dolore”. Di tutt’altro tenore la dichiarazione di Stanley Ntagali, arcivescovo dell’Uganda: “Non sono mai stato così orgoglioso di far parte della Chiesa anglicana”.

Welby, per parte sua ha voluto scusarsi per le “sofferenze e il dolore” causato alle persone LGBT. Scisma evitato, dunque, in attesa tuttavia della risposta ufficiale della Chiesa episcopale che ha già annunciato battaglia.