Roma (NEV), 10 febbraio 2016 – Si apre oggi la IX edizione di Sette settimane per l’acqua, il percorso che ogni anno la Rete ecumenica per l’acqua (EWN) – un organismo interno al Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) – propone nel periodo che dalla quaresima giunge fino a Pasqua. Un percorso d’azione e riflessione che intende mettere insieme tanto il valore simbolo dell’acqua nella Bibbia e nella spiritualità cristiana, quanto il diritto di ogni essere umano ad un’equa distribuzione e accesso alle risorse idriche. Rispetto al passato, l’edizione di quest’anno avrà una precisa collocazione geografica e si focalizzerà sul diritto all’acqua nel Medio Oriente e, in particolare, in Palestina. Proprio per questo, il lancio ufficiale delle Sette settimane per l’acqua avverrà oggi pomeriggio a Gerusalemme, con una cerimonia nei locali della chiesa luterana della città alla presenza di esponenti del direttivo del CEC e di rappresentanti delle varie confessioni dell’area.
Nel 2014 una delegazione della EWN si era recata in Palestina per verificare l’equa distribuzione delle risorse idriche tra palestinesi e israeliani. Ne era uscito un rapporto molto duro che, tra l’altro, sosteneva: “Gerusalemme è la più significativa destinazione dei pellegrinaggi intrapresi dai fedeli di tutte e tre le religioni del Libro, un luogo dove essi vivono fianco a fianco. E tuttavia, in questo luogo santo, ci troviamo davanti alla più empia delle realtà: la terribile sofferenza del popolo palestinese dovuta alla mancanza di acqua potabile e adeguati impianti fognari. Ciò che manca in Palestina non è l’acqua; ciò che manca è la giustizia. I palestinesi sono assetati di un’acqua di giustizia”. Questa situazione in cui l’80% delle risorse idriche è a disposizione degli israeliani mentre solo il 20% è riservato ai palestinesi, viene descritta da Munib Younan, vescovo luterano di Terra santa e Palestina, nonché presidente della Federazione luterana mondiale (FLM), autore del primo testo proposto per le Sette settimane. Prendendo spunto dalla visione della Nuova Gerusalemme di Apocalisse 22, attraversata dal fiume dell’acqua della vita scrive Younan. “La crisi idrica che colpisce la mia comunità dà a questo brano biblico uno speciale significato. La città che l’autore descrive è la “Nuova Gerusalemme” dove le acque scorrono liberamente insieme alla guarigione, alla pace e alla giustizia per tutti. Ma mentre sto seduto nel mio ufficio qui a Gerusalemme, so bene che un tale fiume non scorre nella città. Qui a Gerusalemme e in Terra santa, siamo ancora assetati di guarigione, di pace, di giustizia per tutti – palestinesi e israeliani, ebrei, cristiani e musulmani”. Ogni settimana comparirà sul sito water.oikoumene.org un nuovo articolo che proporrà riflessioni bibliche e proposte di azione.