Brexit. Il segretario generale dei battisti europei si schiera contro l’uscita dall’Unione

Roma (NEV/Riforma.it), 16 marzo 2016 – Mentre ormai mancano poco meno di tre mesi al referendum del 23 giugno, nel quale i britannici decideranno se vogliono uscire o meno dall’Unione europea, nei giorni scorsi è intervenuto nel dibattito sulla Brexit Tony Peck, cittadino britannico e segretario generale della Federazione battista europea (EBF), che ha invitato i battisti britannici a riflettere sul voto alla luce di alcuni aspetti della storia e identità battista. In un suo articolo pubblicato sul Baptist Times, Peck richiama in primo luogo le origini del battismo, quando nel 1609 un gruppo di perseguitati dalla chiesa anglicana, lasciarono l’Inghilterra e si rifugiarono in Olanda dove trovarono accoglienza nella tollerante Amsterdam. In particolare, a seguito dell’incontro con gli anabattisti continentali, i battisti sposarono la allora nuova e radicale nozione di libertà religiosa per tutti, non solo per se stessi. Con questo patrimonio, fecero poi ritorno in Inghilterra. “La storia battista è dunque nata sia in un contesto europeo sia inglese, ed è profondamente influenzata da entrambi. Voglio invitare i battisti britannici a riflettere su alcuni aspetti della nostra storia e identità battista che potrebbero ispirare il nostro voto”. Alla luce del suo lavoro con le Unioni e Convenzioni battiste europee appartenenti alla Federazione battista europea, Tony Peck afferma di conoscere da vicino il lavoro dell’Unione. Certamente essa ha bisogno di riforme, in particolare “ha bisogno di riconoscere il suo fallimento collettivo nell’affrontare l’aggravarsi della crisi dei rifugiati. Ma credo che per il nostro paese questo sia il momento di non sottrarsi alle sfide, ma di rimanere solidale con gli altri membri della UE e di essere parte della soluzione”.

In conclusione, Peck esprime a chiare lettere una preoccupazione nel caso in cui prevalesse la volontà d’uscita dall’Unione: “La possibile uscita della Gran Bretagna dall’UE renderebbe il nostro spirito nazionale meno generoso e accogliente dando, in qualche modo, il “permesso” a tendenze xenofobe di emergere e di tradursi anche in politica. Alla fine alcuni sosterranno che il Regno Unito può fare tranquillamente ogni cosa al di fuori dell’Unione Europea. Ma la mia esperienza di servizio nella Federazione battista europea mi convince che essere al di fuori dell’Unione minerà la solidarietà fondamentale tra le nazioni europee su cui è stata fondata l’Unione europea. Continuo a credere che questo senso di solidarietà sia un valore profondamente cristiano, che sarà meglio onorato, rimanendo nella famiglia europea delle nazioni”.