Orlando. L’indignazione del segretario generale del CEC pastore Olav Fykse Tveit

Roma (NEV), 15 giugno 2016 – “Shock, indignazione e tristezza” per i tragici eventi accaduti domenica scorsa a Orlando (Florida, USA), sono stati espressi dal segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Olav Fykse Tveit, all’indomani della strage, che ha visto la più sanguinosa uccisione di massa dopo quella dell’11 settembre 2001: 49 le vittime e 53 i feriti dell’attacco sferrato da un solo uomo nella discoteca Pulse dove era in corso una serata latino-americana.

Osservando che l’attacco ha avuto luogo in un nightclub frequentato dalla comunità LGBTQ, e che il crimine potrebbe essere stato causato almeno in parte dal modo in cui l’assassino percepisce i suoi stessi principi religiosi, Tveit ha chiesto “a tutte le persone di fede e di buona volontà di unirsi in un chiaro e categorico rifiuto della violenza perpetrata contro le persone a causa del loro orientamento sessuale, indipendentemente dalle differenti prospettive religiose circa l’omosessualità”. E ha aggiunto: “Che sia l’atto di un individuo singolo o dipendente da un gruppo, questa atrocità richiede la solidarietà della comunità globale contro la violenza e la discriminazione, e mi appello ai politici, ai leader religiosi e leader di comunità affinché agiscano uniti per contrastare questi gesti violenti. Dobbiamo rifiutare ogni tentativo di stigmatizzare tutti i musulmani a causa del gesto di un singolo squilibrato – ha detto Tveit -. Tale attitudine genera solo ulteriori polarizzazioni che risulterebbero dannose per tutti”.

Tveit non ha mancato di fare un cenno al tema del controllo delle armi automatiche e semi-automatiche negli USA: “questo deve essere un punto di svolta per affrontare finalmente la necessità di ridimensionare le possibilità di accesso a queste armi negli Stati Uniti – ha chiosato -. Spero e prego che molti cuori e molte menti saranno cambiate da questa tragedia e che verranno incentivati i necessari controlli per proteggere le persone e le comunità da tali attacchi in futuro”.