Chiese valdesi e metodiste. In vista del Sinodo riunite le Conferenze Distrettuali

Tra i temi discussi il legame tra azione umanitaria e vita di comunità

Roma (NEV), 6 luglio 2016 – In vista del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si terrà a Torre Pellice (TO) dal 21 al 26 agosto, le Conferenze Distrettuali, tenutesi come ogni anno nel mese di giugno, hanno esaminato la vita spirituale e amministrativa delle chiese sui territori. Da un quadro diversificato un’esigenza emerge trasversale da nord a sud: a un maggiore coinvolgimento in campo umanitario si sovrappone l’urgenza di un discepolato cristiano vissuto attraverso le Scritture, all’interno di un cammino comunitario.

Il più forte appello alla centralità delle Scritture giunge dal I Distretto (Valli valdesi del Piemonte): indipendentemente dal mezzo tecnologico che la veicola, una solida formazione biblica è indispensabile anzitutto a chi ha il compito di formare i giovani. Nella medesima ottica, una forte unità d’intenti tra predicazione e diaconia è vista come necessaria, affinché la vita spirituale delle chiese non sia messa in secondo piano dall’azione sociale e umanitaria. L’invito, rivolto anzitutto alla Diaconia valdese è a non slegare le proprie attività dal confronto biblico, dalla preghiera, dalla partecipazione ai culti, dalle attività della comunità locale.

Formazione e catechismo hanno animato anche la discussione del II Distretto (Nord Italia), che oltre ad esprimere soddisfazione per il coinvolgimento delle sue chiese nel progetto dei “corridoi umanitari” promossi dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio, ha auspicato un maggiore coordinamento tra la Diaconia valdese e le chiese locali per predisporre un servizio di accoglienza più efficace.

Assolutamente prioritaria per il III ed il IV Distretto (rispettivamente Centro e Sud Italia) è la lotta al razzismo, all’antisemitismo, all’islamofobia e più in generale a tutti i tipi di discriminazione basati sulla diversità religiosa e culturale. L’azione da contrapporre a queste derive, presenti sia in Italia che in Europa, passa ancora una volta dall’approfondimento biblico e teologico sui temi del dialogo interreligioso; un’attività che per funzionare dovrà valersi di quei medesimi “circuiti di chiesa” che oggi combattono la “mentalità del muro”, fallace perché vede un nemico là dove c’è un uomo che fugge da guerre e miserie.