Brexit. Per la permanenza nell’UE l’arcivescovo di Canterbury Welby

Roma (NEV), 15 giugno 2016 – A dieci giorni dal voto sulla Brexit – il referendum che decreterà la permanenza o la fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione europea (UE) – è arrivata la dichiarazione di voto controtendenza ai sondaggi dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, leader spirituale della Comunione anglicana. Parlando a titolo personale ha detto: “Voterò per rimanere”. Con un articolo pubblicato domenica scorsa in prima pagina del Mail on Sunday, Welby scrive che con il referendum del 23 giugno il popolo inglese sarà chiamato a fare una scelta che “cambierà la vita di tutti noi e delle future generazioni”. Il primate anglicano ha poi aggiunto: “Questo referendum mi sembra importante perché sta chiedendo agli inglesi che tipo di Nazione vogliamo essere per noi stessi e per il mondo”. Nel precisare che non c’è un’indicazione ufficiale da parte della Chiesa di sua maestà la Regina Elisabetta su come votare, Welby nel suo articolo ha ripercorso la storia dell’Unione Europea sottolineando la sua mission più importante nell’immediato dopoguerra: favorire la pace e la riconciliazione per “essere costruttori di ponti e non di barriere”.

 

La dichiarazione segue di qualche settimana quella l’arcivescovo di York, John Sentamu, seconda carica della Chiesa d’Inghilterra dopo quella dell’arcivescovo di Canterburry. Parlando a titolo personale Sentamu ha detto dalle pagine del Times di non avere dubbi in proposito: nell’urna il prossimo 23 giugno riporrà un “no” sulla Brexit. Da europeista convinto qual è, ha detto: “Non ho ancora sentito un singolo argomento convincente per cui dovremmo esserne fuori”.

Formalmente la Chiesa d’Inghilterra ha scelto la neutralità rispetto alla Brexit, ma molte altre chiese del Regno Unito hanno preso posizione contro la fuoriuscita dalla UE, come la Chiesa di Scozia e del Galles. Già a marzo, invece, Tony Peck, cittadino britannico e segretario generale della Federazione battista europea (EBF), aveva espresso il suo voto contrario al referendum.