Atterrati a Fiumicino altri 128 profughi siriani con il volo Beirut-Roma

Con gli arrivi di lunedì e martedì scorso sono 400 i rifugiati giunti in Italia grazie al progetto pilota

Roma (NEV), 26 ottobre 2016 – 72 lunedì mattina e altri 56 ventiquattr’ore dopo, per un totale di 128 persone: 45 minori, 14 donne sole, 18 nuclei famigliari e 19 singoli. Con il quarto e il quinto gruppo proveniente da Beirut, è salito a 400 il numero di rifugiati, in gran parte siriani, giunti in Italia grazie ai “corridoi umanitari”. Un progetto pilota portato avanti ecumenicamente dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio, che si propone, grazie a un accordo siglato nel dicembre scorso con i ministeri degli Esteri e dell’Interno, di mettere in salvo per vie legali e sicure 1000 profughi in due anni; non solo dal Libano, ma anche dal Marocco e dall’Etiopia.

Lunedì, a Fiumicino, ad accogliere il primo gruppo non c’erano soltanto i rappresentanti delle tre realtà cristiane – pastore Luca Maria Negro, presidente FCEI; Christiane Groeben, vice presidente FCEI; Susanna Pietra, responsabile dell’Ufficio Otto per mille valdese; e per Sant’Egidio il suo fondatore Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo e la responsabile migrazioni Daniela Pompei – ma anche il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni e il sottosegretario del Viminale, Filippo Bubbico. Sottolineando come quello dei corridoi umanitari sia un “modello di civiltà, che permette a persone in fuga da guerra e persecuzione di arrivare in Italia in dignità e nel rispetto dei diritti umani”, il ministro Paolo Gentiloni, lanciando un monito all’Europa, ha ricordato che non basta che lo faccia solo l’Italia: “Quella dei corridoi umanitari è una grande lezione, che ci insegna che c’è un modo diverso di gestire l’immigrazione. Ne va della nostra civiltà – ha detto il ministro –. Noi continueremo a lavorare sul fronte dell’accoglienza e del soccorso in mare. Ma questo lavoro deve essere sostenuto e condiviso da tutta Europa”. Il sottosegretario Filippo Bubbico, per parte sua, ha sottolineato l’impegno delle istituzioni, delle forze dell’ordine, degli enti locali, nonché delle tante famiglie italiane che ospitano e accompagnano nella loro integrazione le famiglie siriane.

Ponendo l’accento sul carattere ecumenico del progetto, Luca Maria Negro e Andrea Riccardi hanno ricordato lo spietato racket dei trafficanti di uomini: grazie ai corridoi umanitari è possibile sottrarre vite umane ai “padroni dei barconi”. Per parte sua, il presidente Negro ha annunciato la nascita venerdì scorso della prima “figlia dei corridoi umanitari”, Shamsa – in arabo “raggio di sole” – nata a Torino da una coppia di profughi siriani arrivati a giugno da Beirut. Infine, il forte valore simbolico dell’iniziativa è stato evidenziato da Susanna Pietra: “Con questo progetto diciamo che un’altra politica è possibile! Anche se entro domani saranno arrivati ‘solo’ 400 persone, il nostro vuole essere un modo per scuotere le coscienze! Intanto abbiamo trasformato un nostro sogno in realtà, e ne siamo orgogliosi”.

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