Muslim ban, Jim Winkler: “Una pericolosa perdita di tempo”

Il Consiglio nazionale delle chiese Usa: "Sottoporre a un test religioso chi proviene da persecuzioni è antiamericano"

Passaporto americano completo di timbri Schengen

Roma (NEV), 31 gennaio 2017 – “Il terrorismo non è il prodotto di alcuna religione ed è dimostrato che prendersela con i rifugiati di questo o di quel paese è un’impresa inutile”. La pensa così Jim Winkler, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli Stati Uniti (NCCCUSA), istituzione che in questi giorni è in prima linea nell’opporsi al cosiddetto “Muslim Ban”, la draconiana misura presa dal neo presidente Usa Donald Trump che impedisce ai cittadini provenienti da sette paese a maggioranza musulmana – Iraq, Siria, Sudan, Iran, Libia, Somalia e Yemen – di accedere al territorio statunitense, bloccando la concessione di nuovi visti e rendendo nulli quelli già rilasciati.

Stando a quanto si legge nel comunicato appena diramato dal NCCCUSA, la preoccupazione dell’istituzione guidata da Winkler è duplice: se da un lato si sottolinea l’insopportabile discriminazione religiosa, dall’altro si fa notare come una delle priorità dichiarate dalla nuova amministrazione, ovvero quella di tendere la mano ai cristiani perseguitati in Medio Oriente, cada in contraddizione con un provvedimento che rinfocola nel mondo un “clima da crociata”. Per queste ragioni, il Consiglio nazionale delle chiese cristiane ha dichiarato pubblicamente di sostenere i funzionari e “gli innumerevoli americani” che si stanno opponendo all’azione unilaterale dell’esecutivo, cercando “vie alternative per ripristinare la giustizia”. “Eleviamo la nostra voce – si legge nelle righe conclusive del documento – per unirci alle manifestazioni che si svolgono nelle città americane e negli aeroporti del paese. In questo clima, amore e preoccupazione per i musulmani sono divenute parte integrante della nostra testimonianza in tutto il paese, qualcosa che sarebbe stato inimmaginabile solo pochi anni fa”.

Il 27 gennaio scorso, giornata della Memoria delle vittime dell’Olocausto e data della firma del discusso decreto governativo, il Consiglio nazionale delle chiese cristiane americane ha voluto ricordare via twitter alcuni passi del Libro su cui Donald Trump ha giurato poco meno di due settimane fa.

Non dimenticate l’ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli (Ebrei 13:2)

Provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l’ospitalità (Romani 12:13)

Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste (Matteo 25:35)

Poiché il Signore, il vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che non ha riguardi personali e non accetta regali, che fa giustizia all’orfano e alla vedova, che ama lo straniero e gli dà pane e vestito. Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto (Deuteronomio 10:17-19)

Ero il padre dei poveri, studiavo a fondo la causa dello sconosciuto (Giobbe 29-16)