Ambiente. Il Consiglio ecumenico delle chiese è un organismo “Blu”

L'acqua come diritto umano: il Consiglio ecumenico delle chiese ha inaugurato i nuovi distributori di acqua potabile nella sede di Ginevra

La vice segretaria esecutiva del CEC, Isabel Apawo Phiri

Roma (NEV), 16 febbraio 2017 – Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) è ufficialmente un organismo “Blu”. Lo è diventato, mercoledì scorso, in occasione della visita al Centro ecumenico di Ginevra di Maude Barlow del progetto canadese “Pianeta Blu” durante la quale Barlow ha assegnato il certificato di “Comunità blu” al CEC per la sua “consapevolezza sui problemi generati dall’indiscriminato uso di bottiglie di plastica monouso e per il loro impatto negativo sull’ecosistema del nostro pianeta”. Numerosi distributori d’acqua potabile sono stati installati in diverse aree della sede del CEC con l’obiettivo di liberarsi dalla plastica. Sono state presentate le bottiglie d’acqua di vetro con il logo dell’organismo ecumenico mondiale e un messaggio di sensibilizzazione sulla “Campagna blu”.

“Questa rete distributiva d’acqua fornisce anche statistiche sul numero di bottiglie di acqua di plastica risparmiate e sulla riduzione di emissioni di anidride carbonica ottenuta semplicemente con l’installazione dei nuovi dispenser“, ha spiegato Isabel Apawo Phiri (nella foto), vice segretaria del CEC. I criteri per ottenere l’attestato “Blu” sono: riconoscere l’acqua come un diritto umano; dire “no” alla vendita e l’uso di acqua in bottiglia, soprattutto in quei luoghi dove l’acqua del rubinetto è sicura da bere; promuovere la gestione pubblica di proprietà che gestiscano l’acqua potabile e i servizi di trattamento delle acque reflue.