Roma (NEV), 7 marzo 2017 – Il Consiglio delle chiese del Sud Sudan (SSCC) ha lanciato un accorato appello alla comunità internazionale per una immediata assistenza umanitaria nel Paese devastato dalla guerra civile e da una carestia che mette a rischio la vita di cinque milioni di persone nell’area. L’appello è stato firmato dal pastore presbiteriano Peter Gai Lual Marrow e dal padre cattolico James Oyet Latansio, rispettivamente presidente e segretario generale del SSCC.
“Milioni di persone sono fuggite dalle loro case, molti cercando rifugio nelle nazioni confinanti dove devono affrontare le molteplici difficoltà della vita nei campi profughi”, si legge nel testo dei cristiani sud sudanesi, mettendo in evidenza le conseguenze del conflitto che oppone Salva Kiir, presidente della nazione africana, a Riek Machar, suo vice presidente. E proprio alle due fazioni in lotta si rivolge l’appello affinché “pongano fine alla guerra, agli attacchi contro le persone, alle razzie di generi alimentari, e collaborino per l’apertura di credibili passaggi umanitari affinché gli aiuti possano raggiungere le aree più colpite. Il nostro popolo sta semplicemente lottando per sopravvivere”.
Sulla carestia che sta colpendo l’area, il documento del SSCC è molto chiaro: “Sebbene le piogge siano state scarse, non c’è dubbio che questa carestia sia stata causata dall’essere umano come risultato dell’insicurezza, della guerra civile e di una cattiva gestione dell’economia”.
I cristiani sud sudanesi hanno citato nel loro documento sia l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, sia papa Francesco. Come ha reso noto il pontefice nella sua visita alla chiesa anglicana di All Saints’ a Roma, lo scorso 26 febbraio, i due esponenti religiosi starebbero pensando di recarsi insieme in visita alle chiese e al popolo del Sud Sudan.