Intercultura e accoglienza al centro della “tavola rotonda” con evangelici svizzeri e tedeschi

Roma (NEV), 18 marzo 2017 – Dal 16 al 18 marzo si è riunita in Sicilia a Scicli (RG), presso la Casa delle Culture, la “tavola rotonda” che raccoglie partner internazionali della Chiesa valdese in Svizzera e Germania.

Al centro del confronto le iniziative della Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) a sostegno di vari programmi interculturali: tra di essi il Master in teologia interculturale promosso dalla Facoltà valdese di teologia di Roma, e il “Laboratorio interculturale di formazione e accoglienza” organizzato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) nell’ambito del programma “Essere chiesa insieme”. Da anni questa iniziativa tende a promuovere la crescita di comunità evangeliche multietniche e interculturali.

Nel corso dell’incontro, i partecipanti svizzeri e tedeschi hanno potuto conoscere il programma Mediterranean Hope, all’interno del quale opera anche la “Casa delle Culture” di Scicli. Particolare attenzione, poi, è stata rivolta al tema dei “corridoi umanitari”, realizzati dalla FCEI insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant’Egidio.

Inoltre, i partecipanti hanno potuto visitare il Centro di accoglienza gestito dalla Diaconia valdese nella vicina Vittoria (RG). “Due giorni intensi e proficui di scambio – ha commentato il pastore Jens Hansen in rappresentanza della Tavola valdese – in cui ancora una volta abbiamo potuto constatare il vivo interesse di chiese e associazioni svizzere e tedesche nei confronti delle nostre iniziative per la crescita di una chiesa interculturale e accogliente. La nostra ‘tavola rotonda’ è sempre un’occasione importante per confrontarci con sorelle e fratelli che hanno a cuore la testimonianza evangelica in Italia”.

Il “tavolo rotondo” al lavoro intorno ad un tavolo rettangolare

“Quest’anno, poi, – ha aggiunto Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma per i rifugiati e migranti realizzato dalla FCEI –  abbiamo potuto fare il punto sui ‘corridoi umanitari’, verificando ancora una volta l’interesse nei confronti in questa buona pratica realizzata in Italia che, abbiamo fiducia, potrà essere replicata anche in altri paesi europei, come sta già avvenendo in Francia“.