Siria. Il Consiglio ecumenico delle chiese: basta impunità!

Dopo il micidiale attacco con gas nervino il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese Olav Fykse Tveit, chiede giustizia per le vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità lanciando un appello al Consiglio di sicurezza ONU

Roma (NEV), 11 aprile 2017 – Basta con l’impuntita in Siria: servono inchieste contro i perpetratori dei crimini di guerra e contro l’umanità che vanno avanti ormai da troppo tempo. Lo scorso 7 aprile, all’indomani della strage di Khan Sheikhoun colpita da un raid chimico, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Olav Fykse Tveit, ha lanciato un appello al Consiglio di sicurezza ONU, chiamando all’immediata cessazione di una “cultura dell’impunità”. E’ ora, per l’esponente ecumenico, che i responsabili vengano processati.

Pertanto, il pastore Tveit, esprimendo vicinanza ai famigliari delle 70 vittime morte nell’attacco con gas nervino, tra cui una ventina di bambini, ha chiesto un cambiamento di ordine anzitutto culturale: “questo attacco, alla stessa stregua di molti altri raid, ha avuto per obiettivo la popolazione civile, compreso bambini e donne vulnerabili. Il CEC crede che questi attacchi, alla pari di tanti altri crimini di guerra, crimini contro l’umanità e insopportabili atrocità, stiano tuttora tristemente avvenendo a causa di una cultura dell’impunità presente in Siria e in tutta la regione”.

Sottolineando come il conflitto non potrà risolversi tramite azioni militari, ma solo con negoziazioni tra le parti in causa, il comunicato del CEC si conclude con l’auspicio che “Dio possa alleviare le sofferenze alle famiglie delle vittime e curare le loro ferite. Preghiamo il Dio della giustizia e della pace – ha affermato Tveit – affinché accompagni il popolo siriano in questi momenti di gravità e di dolore”.