La Pasqua di Lampedusa

di Alberto Mallardo, operatore di Mediterranean Hope a Lampedusa

Roma (NEV), 19 aprile 2017 – La rubrica “Lo sguardo dalle frontiere” è a cura degli operatori e delle operatrici di Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Questa settimana “lo sguardo” proviene dall’Osservatorio di Lampedusa.

Nel fine settimana di Pasqua, favorite dalle buone condizioni meteorologiche e forse spinte dalla paura di un’eventuale chiusura della rotta libica, ben 55 tra gommoni e altre imbarcazioni di legno sono partite dalla Libia alla volta del Canale di Sicilia. Circa 8360 persone si sono così trovate in condizioni di estrema difficoltà. Insieme alla Guardia Costiera Italiana, le operazioni di ricerca e soccorso hanno visto coinvolte diverse organizzazioni non governative – come la spagnola Proactiva Openarms – e navi mercantili che transitavano nel Canale di Sicilia.

Da Lampedusa, come Mediterranean Hope, raccontiamo la fase finale, l’arrivo, l’approdo dei migranti al molo Favaloro, dove svolgiamo attività di primissima assistenza e da dove, in questi casi, proviamo ad allungare lo sguardo oltre il mare. Abbiamo seguito su Twitter gli sviluppi delle operazioni di salvataggio e siamo presto venuti a sapere che non tutti ce l’avevano fatta. Dovrebbero essere 27 i corpi recuperati nel fine settimana, mentre è ancora incerto il numero dei possibili dispersi. Nel frattempo, secondo quanto riportato da un rappresentante del Ministero degli Interni del governo di Tripoli, dei pescatori libici hanno ritrovato i corpi di 28 migranti morti dopo che la loro barca si è capovolta a largo della città di Sabratha.

Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, nei soli primi 4 mesi del 2017 sono circa 900 le persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Chi raggiunge le nostre coste mostra evidenti segni di torture, violenze, dei trattamenti inumani e degradanti ricevuti lungo la rotta migratoria ed in particolare in Libia. Secondo Medici per i Diritti Umani (MEDU), l’82% degli oltre 200 richiedenti asilo seguiti negli ultimi due anni dal loro team medico-psicologico in Sicilia presentava cicatrici e altri segni indelebili delle violenze e delle torture subite.

A Lampedusa nell’ultimo fine settimana sono state circa 850 le persone arrivate al molo Favaloro. Tra loro molti provenivano dalla Nigeria, dal Gambia, dal Senegal e dal Mali. Tantissime le donne e i minori, compreso un bambino ancora in fasce. Il Forum Lampedusa Solidale, come sempre accade in queste occasioni, ha partecipato alle operazioni di sbarco offrendo a chi arrivava tè caldo, succhi di frutta, acqua, merendine e coperte termiche. Al momento nell’hotspot dell’isola sono presenti circa 900 persone che vivono una condizione precaria dovuta al sovraffollamento della struttura.

Presumibilmente, con l’arrivo della bella stagione, le partenze continueranno. Appena poche ore fa le motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa sono ripartite in direzione sud.