Roma (NEV), 29 maggio 2017 – Come raggiungere una maggiore unità in Cristo? In che modo valorizzare la complementarietà di strumenti e istituzioni diverse volte a questo scopo? Sono le principali domande che si sono posti lo scorso 27 maggio i rappresentanti del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), della Associazione pentecostale mondiale (PWF), dell’Alleanza evangelica mondiale (WEA) e del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (PCPUC) riuniti all’Istituto ecumenico di Bossey (Svizzera).
Diciannove anni fa, proprio a Bossey le stesse quattro organizzazioni ecumeniche avevano formulato insieme l‘idea che avrebbe portato alla costituzione del Global Christian Forum (GCF), una piattaforma nata per offrire opportunità di dialogo e di incontro capaci di coinvolgere anche quelle tradizioni cristiane che difficilmente sarebbero confluite nei luoghi dell’ecumenismo istituzionale.
“L’incontro ha messo in evidenza l’importanza del GCF come luogo in cui si può raccontare e ascoltare la storia di fede passata e presente di virtualmente tutte le confessioni cristiane”, ha sottolineato David Wells, copresidente della PWF. Un giudizio positivo sottolineato anche dal segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit: “L’incontro è stato molto positivo. Ci siamo interrogati sulle attuali dinamiche del mondo cristiano e soprattutto su come strumenti differenti possano risultare complementari e quindi facilitare la strada verso la comunione reciproca. Certamente il GCF si configura come uno strumento di unità, se mantiene fede alla sua identità di forum”.
L’incontro – al quale hanno partecipato anche Wes Granberg-Michaelson, membro del team operativo del GCF; monsignor Brian Farrell segretario del PCPUC; il vescovo Efrhaim Tendero, segretario generale della WEA – è servito anche come riunione preparatoria del prossimo comitato internazionale del GCF (Taizé, Francia, 8-13 febbraio 2018), l’ultimo prima della riunione globale del GCF prevista a Bogotà, Colombia, dal 20 al 23 aprile 2018.