Attacco terroristico a Kabul. La condanna del Consiglio ecumenico delle chiese

Dinanzi all’ennesimo atto di violenza insensata, Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, ha invocato unità e amore

Roma (NEV/Riforma.it), 1 giugno 2017 – Alla notizia dell’autobomba esplosa ieri a Kabul in Afghanistan, attacco terroristico che ha ucciso più di 90 persone ferendone 400, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Olav Fykse Tveit, ha espresso condoglianze a coloro che hanno perso congiunti e persone care.

“Condanno questo attacco come un atto crudele contro persone innocenti. Vi siamo vicini nel trauma, nella preghiera, e nel dolore – ha detto Tveit -, e invochiamo la pace in un momento in cui tanti sono colpiti da questo genere di violenza”.

Il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese Olav Fykse Tveit

Secondo i resoconti dei media, un’autobomba è esplosa a Kabul durante l’ora di punta di mercoledì mattina quando le strade erano piene di pendolari, nel quartiere Wazir Akbar Khan, area della città con ambasciate, banche, supermercati e edifici governativi. L’esplosione è avvenuta a pochi giorni dall’inizio del mese sacro del Ramadan.

“Questo attacco avviene in un tempo sacro per molti, durante un mese in cui la gente osserva il digiuno, le preghiere e le buone azioni – ha aggiunto Tveit -. Il bisogno di unità, la necessità della pace crescono più urgenti ogni giorno. Dobbiamo camminare insieme verso la giustizia e la pace”.

Tveit, ponendo la domanda provocatoria: “Cosa succede se contro ogni atto di violenza corrispondono maggiori azioni di unità e amore?”, ha chiesto ai cristiani di pregare, di perseverare nella fede e di compiere azioni che portino alla pace.