Napoli. L’Ospedale evangelico di Ponticelli offre cure ai migranti sbarcati

La Fondazione evangelica Betania rafforza la propria offerta di servizi sanitari agli stranieri e ai soggetti emarginati e indigenti presenti in città. In questi giorni hanno aperto la struttura a migranti salvati in mare a sbarcati a Napoli

Roma (NEV/Riforma.it) – Porte aperte all’Ospedale evangelico Betania ai migranti sbarcati a Napoli nei giorni scorsi con la nave Vos Prudence, soprattutto donne, indirizzati dall’Asl Na1 verso la struttura di Ponticelli, che hanno trovato ad accoglierli medici, infermieri e mediatori culturali. La struttura gestita dalla Fondazione evangelica Betania, infatti, ha nel DNA, per volontà delle chiese evangeliche napoletane che ne rappresentano la proprietà, l’attenzione ai più poveri e ai migranti.

“La solidarietà è il nostro carattere distintivo”, afferma il presidente della Fondazione, Luciano Cirica. “Solidarietà nell’assistenza e nelle cure delle persone che non possono permettersele e a tutti quei soggetti che sono emarginati dalla società. Questi sono i nuovi poveri e il dottor Teofilo Santi, nel secondo dopoguerra, costruì l’ospedale per loro, per chi non poteva permettersi le cure; assistendo i diseredati nelle caverne di Napoli e nei quartieri periferici, come Ponticelli, dove oggi sorge la nostra struttura”.

La Fondazione evangelica Betania, proprio di recente, ha rafforzato la propria offerta di servizi aderendo al progetto “Città rifugio”, promosso dal Comune di Napoli. Fa parte della rete di assistenza agli immigrati e opera verso i più disagiati attraverso diversi progetti come “Prendiamoci cura di lei”, sulla prevenzione e diagnosi dei tumori femminili, a favore delle donne straniere senza permesso di soggiorno che vivono sul territorio in uno stato di disagio linguistico e di difficoltà socio-economica e che per questo risultano meno raggiungibili e più a rischio; e il progetto “Rose rosa”, volto a promuovere e diffondere la cultura della prevenzione attraverso l’educazione sanitaria e sessuale e offrendo assistenza socio-sanitaria in gravidanza alle donne, italiane e straniere, appartenenti alle fasce sociali più deboli.

“C’è tanto da fare, ci sono migliaia di persone, non solo immigrate, che vivono in condizioni di povertà e rinunciano alle cure, ai farmaci finanche alle visite”, continua Cirica. “A queste persone che non vengono da noi o non si recano in strutture sanitarie, andremo incontro nello spirito evangelico recandoci nelle periferie della città”. La Fondazione, infatti, sta allestendo un Camper che sarà impegnato in attività di informazione e prevenzione sanitaria. L’iniziativa rientra tra quelle organizzate in occasione del 50° anniversario della fondazione dell’ospedale, che cadrà nel 2018.

L’Ospedale evangelico Betania, storicamente, ha sempre rappresentato un punto di riferimento per gli immigrati e gli emarginati sul territorio.

Dallo scorso anno collabora, per gli aspetti medici, con il programma dei “corridoi umanitari”, iniziativa frutto di una collaborazione ecumenica tra Federazione delle chiese evangeliche in Italia (per il tramite del suo progetto Mediterranean Hope) e la Comunità di Sant’Egidio. Proprio in quest’ottica nei prossimi mesi sarà inaugurata una foresteria a Ponticelli per ospitare familiari dei degenti indigenti, volontari ed extracomunitari, sostenuta, anche economicamente, dalle chiese evangeliche.