Violenza contro le donne. Le responsabilità delle chiese oltre le strutture patriarcali

In seno alle chiese e agli organismi ecumenici, anche a livello mondiale, cresce l’attenzione al fenomeno: coinvolti nel dibattito sia uomini che donne. Anche le chiese evangeliche in Italia fanno la loro parte

Roma (NEV), 13 luglio 2017 – “La lotta alla violenza contro le donne riguarda tutta l’umanità”, pertanto, sul fronte delle organizzazioni ecclesiastiche e delle singole chiese occorre maggiore impegno maschile. Questo è il messaggio lanciato la scorsa settimana, in occasione del Convegno di formazione annuale per le chiese e le organizzazioni religiose promosso a Ginevra (Svizzera), dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dalla Federazione luterana mondiale (FLM). Il Convegno, a cui hanno partecipato delegati di chiese da tutto il mondo, fra cui esponenti della Chiesa di Svezia, di Finn Church Aid e Missione 21, si è svolto quasi in parallelo con la 67^ sessione del Comitato per l’applicazione della Convenzione  sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW), tuttora in corso.

“La violenza di genere è un problema globale non marginale. Come chiese del Nord, del Sud, dell’Ovest e dell’Est del mondo, abbiamo la responsabilità di affrontare questo fenomeno e di contrastarlo con tutta la determinazione possibile”, ha affermato il pastore Martin Junge, segretario generale della FLM. L’attenzione al tema è stata portata anche grazie alla partecipazione di Byapari Monijinjir, manager del Lutheran World Service India Trust, a uno degli incontri CEDAW, che fra giugno e luglio, sempre a Ginevra, si stanno svolgendo sia per l’elaborazione del “rapporto ombra”, sia per la discussione del VII Rapporto periodico sull’implementazione della Convenzione.

Anche l’organo di stampa della Comunione anglicana, rilanciando il comunicato del CEC, sottolinea l’urgenza di coinvolgimento e della presa di coscienza da parte degli uomini, mentre la Comunione mondiale delle chiese riformate (CMCR), durante la sua recente Assemblea generale a Lipsia, ha fortemente sollecitato il dibattito, con l’approvazione di una Dichiarazione di fede sull’ordinazione delle donne e sui ruoli femminili di leadership, tema strettamente connesso alle discriminazioni subite dalle donne nelle chiese e nelle società di tutto il mondo.

In Italia, il tema della lotta alla violenza contro le donne è da anni all’attenzione delle chiese evangeliche. Lo scorso aprile, una delegazione della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) ha consegnato alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, una raccolta di oltre 5000 firme contro la violenza sulle donne. Sempre la FDEI, nell’ambito delle celebrazioni per il Cinquecentenario della Riforma, ha promosso presso la Camera dei Deputati il convegno “Donne e Riforma protestante, nuove protagoniste nello spazio sociale”, con lo scopo di ampliare l’interesse verso i punti di vista delle donne e il loro apporto sostanziale nella storia, nel pensiero, nella teologia e nell’attualità.

Nel 2015, su iniziativa Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, il 9 marzo era stato firmato, presso il Senato della Repubblica, il documento “Contro la violenza sulle donne: un appello alle chiese cristiane in Italia”, con un’ampia adesione di confessioni diverse.

Commentando gli ultimi dati ISTAT usciti lo scorso marzo sulla violenza contro le donne, la presidente della FDEI, Dora Bognandi diceva: “L’imperativo è non abbassare la guardia, anzi raccogliere tutte le forze disponibili per affrontare con efficacia questo problema, e bisogna farlo in maniera multidisciplinare: con la prevenzione, l’educazione, l’informazione, la formazione, la collaborazione fra tutti e tutte coloro che operano per sconfiggere la violenza”.

 


La Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) consegna alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, le firme contro la violenza sulle donne