Roma (NEV), 1° agosto 2017 – Con atto n. 93 del 28 luglio 2017, la Città di Palermo, settore cultura – servizio toponomastica, determina la variazione della denominazione di un tratto di “via dello Spezio”, dove si trova la chiesa valdese, per intitolarla a Pietro Valdo Panascia che proprio lì ha vissuto e operato. La proposta arriva dalla chiesa valdese di Palermo, di cui è pastore Peter Ciaccio, che a maggio ha trasmesso agli uffici competenti una richiesta ufficiale corredata di tutta la documentazione biografica.
“La cosa interessante è che non si tratta di una via intitolata perché mancava un protestante nella toponomastica, ma perché Panascia è riconosciuto collettivamente come un cittadino che ha fatto delle cose rilevanti per la città. Questo riconoscimento è peraltro diffuso anche oltre la città di Palermo per l’apporto nella storia recente nelle battaglie antimafia – ha dichiarato Ciaccio –. Sarebbe inoltre una scelta coerente con la nuova viabilità che ha spezzato via dello Spezio con una strada ad alto scorrimento e che, di fatto, separa i due tratti della via”. Ora, il mandato di porre in essere gli adempimenti necessari e di acquisire le relative autorizzazioni va alla dirigenza del Servizio musei e spazi espositivi.
“C’è stato un tempo in cui il silenzio sulla mafia era assordante. Grande fu il silenzio che accompagnò nel 1963 a Palermo la strage di Caciulli, rotto solo dalla piccola chiesa valdese del capoluogo siciliano e dal suo pastore Piervaldo Panascia, che fecero affiggere sulle vie cittadine un manifesto che ricordava il comandamento ‘non uccidere’. Una parola profetica che pesò sulle coscienze di chi non aveva alzato la propria voce” – così scrive Luca Baratto in un editoriale del 2013. Perfino papa Paolo VI fu scosso da quell’appello alle coscienze del pastore valdese e della comunità: “è Dio che ordina di non uccidere!”, unica risposta cristiana contro la mafia all’indomani del 30 giugno del 1963, quando in un attentato furono uccisi cinque carabinieri e due militari dell’esercito, fatto che scosse l’opinione pubblica in tutta Italia.
Panascia, morto dieci anni fa a novantasette anni, fu coraggioso e generoso testimone di fede e di impegno sociale, dalla scelta di fondare il Centro diaconale nel quartiere La Noce alla partecipazione in prima fila fra i valdesi nel terremoto del Belice.