USA. Nella Capitale 3000 Leader religiosi in marcia per la giustizia

A 54 anni dalla “Marcia di Washington” e dallo storico discorso "I Have a Dream" di Martin Luther King, si sono riuniti numerosi esponenti, fra cui pastori, suore, sacerdoti, rabbini, imam, sikh, nativi americani, buddisti...

Foto tratta da www.ucc.org

Roma (NEV), 30 agosto 2017– Lo scorso 28 agosto, migliaia di leader religiosi di diverse comunità di fede si sono riunite a Washington per riaffermare il loro impegno per la giustizia sociale, in comunione con lo spirito e l’eredità di Martin Luther King, pastore battista premio Nobel per la pace e leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. L’occasione è stata quella della “Marcia dei mille ministri per la giustizia” (One Thousand Ministers march for justice). La Chiesa unita di Cristo (UCC), che ha partecipato alla marcia con uno striscione su cui campeggiava la scritta “Dio sta ancora parlando”, ha diramato una nota in cui ha sottolineato la necessità di essere più audaci nel mobilitarsi per le libertà sotto attacco, contro il razzismo e il suprematismo bianco.

“Non si tratta di un incontro anti-Trump. Si tratta di riflettere sui nostri valori e su chi siamo, come persone di fede”, ha dichiarato Sandy Sorensen, che dirige l’ufficio della UCC di Washington. “Abbiamo reso testimonianza, nell’anniversario della storica marcia per la giustizia e la libertà del 1963, principalmente con un messaggio di riforma della giustizia penale e per il diritto di voto, per smantellare sistemi ingiusti, anche alla luce dei recenti fatti di Charlottesville”.

I leader delle diverse fedi, riunite perché “è in gioco l’anima di una nazione”, hanno detto che la loro protesta non riguarda la politica, ma il decadimento morale di un paese sotto Donald Trump. “Come Martin Luther King ha marciato 54 anni fa, anche noi stiamo ancora marciando per i diritti di voto, per l’assistenza sanitaria, per la riforma della giustizia penale e la giustizia economica” ha affermato il pastore Al Sharpton, fra gli organizzatori della mobilitazione, che ha richiamato comunità e movimenti per la giustizia a continuare la lotta ai crimini di odio e alle discriminazioni con queste parole: “è ora che le religioni tornino al loro giusto posto, usando le parole di King, come faro nella lotta per la giustizia”.

La marcia, che ha visto la partecipazione di diverse migliaia di persone, è stata indetta dalla National Action Network (Rete nazionale di azione), una delle principali organizzazioni per i diritti civili degli Stati Uniti, fondata dallo stesso Sharpton nel 1991 nello spirito e nella tradizione di Martin Luther King per promuovere i diritti civili, la giustizia, la dignità e le pari opportunità per tutte le persone indipendentemente da razza, religione, nazionalità o genere.

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