Roma (NEV), 9 ottobre 2017 – Nessuno scambio fra Andrew Craig Brunson e Fehtullah Gülen è previsto, come ha chiarito Heather Nauert, portavoce del dipartimento di Stato americano che ha dichiarato: “Non posso proprio immaginare che percorreremo quella strada. Per noi è importante far tornare a casa il pastore, siamo in contatto con lui e siamo riusciti a fargli visita il 18 settembre. Pensiamo che sia stato incarcerato ingiustamente”. Ne dà notizia il Corriere della Sera del 29 settembre scorso. Intanto, si raffreddano le relazioni diplomatiche fra i due Paesi: Washington ha ordinato ai consolati Usa in Turchia una stretta nella concessione di visti; poche ore dopo, Ankara ha risposto congelando tutti i servizi relativi al rilascio di permessi di soggiorno temporanei da parte delle sedi consolari turche in territorio americano.
Andrew Craig Brunson, pastore protestante responsabile della piccola chiesa evangelica di Izmir (Smirne Diriliş Kilisesi) e residente in Turchia da oltre vent’anni, dopo il fallito golpe del 15 luglio 2016 venne arrestato con la moglie Lyn Norine, poi rilasciata. Fra le accuse, quella di far parte della cosiddetta Organizzazione del terrore gülenista (FETÖ). Fehtullah Gülen vive negli Stati Uniti ed è ricercato dalla giustizia turca, in quanto Ankara lo ritiene responsabile del fallito golpe militare del 15 luglio 2016. Un tribunale penale turco ha emesso un ordine di arresto a suo carico e la Turchia ha richiesto più volte agli Stati Uniti l’estradizione.
A settembre più volte si è tornati sul caso. Il 21 durante l’incontro fra il presidente USA Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan a New York, poi il 28 durante un discorso del presidente turco all’Accademia di polizia di Ankara, dove Erdogan avrebbe proposto uno scambio fra Brunson e Gülen e avrebbe detto di possedere i documenti necessari per l’estradizione di Gülen dagli Stati Uniti. Relativamente al rilascio del pastore Brunson, sembrerebbe esclusa per ora la possibilità del rilascio in quanto sarebbe in attesa di giudizio.
Brunson ha sempre negato qualsiasi legame con il movimento islamico. Il 15 febbraio 2017, ben 78 membri del Congresso americano in una lettera al presidente turco hanno chiesto il rilascio del pastore, “ingiustamente detenuto”, come ribadito anche dallo stesso segretario di Stato americano, Rex Tillerson. Già nel 2016 L’Associazione delle chiese protestanti in Turchia aveva denunciato l’aumento di intimidazioni e gli attacchi contro chiese evangeliche, e in questi giorni il pastore İhsan Özbek, presidente dell’Associazione, ha ritwittato alcune notizie in cui si prende posizione sul caso Brunson-Gülen.
Sono state diverse le ondate di arresti in Turchia negli ultimi due anni, come anche denunciato dai giuristi democratici che proprio il 7 ottobre, a Napoli, nel corso della Prima Conferenza dei giuristi del Mediterraneo, hanno promosso un “Focus Turchia” dal titolo “Lo Stato di diritto nello stato di emergenza in Turchia: compressione delle libertà fondamentali e crimini contro l’umanità”.
Come riferiscono Christian Today e Christian Post, una delegazione della Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF) ha visitato Brunson alla prigione di Kiriklar a Izmir la scorsa settimana. Le vicepresidenti USCIRF Kristina Arriaga e Sandra Jolley hanno chiesto la liberazione del pastore, che versa in condizioni molto difficili.
'God you are worthy of my tears and pain': Detained Pastor Andrew Brunson pens heartfelt song from Turkish prison: https://t.co/KCQIQGxRAo pic.twitter.com/2icR5F4q5u
— Christian Today (@ChristianToday) October 11, 2017