Roma (NEV), 20 ottobre 2017 – Ieri ad Aprilia (LT) Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL, e Ivana Galli, segretaria generale FLAI-CGIL, hanno visitato un gruppo di profughi siriani giunti in Italia attraverso i “Corridoi umanitari“, e incontrato la famiglia siriana (madre, padre e tre bambini) “adottata” dalla FLAI CGIL con il protocollo “Adottiamo il futuro” firmato in aprile con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
L’incontro è avvenuto presso la struttura di accoglienza di Casal Damiano. È stato un incontro di conoscenza reciproca e di approfondimento sul progetto dei corridoi umanitari realizzato da Mediterranean Hope (MH) – Programma rifugiati e migranti della FCEI insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant’Egidio. Presenti anche altri esponenti del sindacato e delle reti associative dei Castelli romani, esponenti della FCEI, operatori e mediatori culturali di MH.
Si è parlato di percorsi e modelli di accoglienza, di progetti realizzati e di altri ancora che si stanno concretizzando, di tante storie individuali, che costituiscono la vera trama di ogni esperienza di accoglienza. Storie come quella della piccola Falak, la prima ad arrivare in Italia con i corridoi umanitari oltre un anno fa, con la sua grave patologia e le sue speranze. Oggi va a scuola, sta bene e parla un invidiabile italiano. “Sono queste le storie che vogliamo raccontare. E ne vogliamo raccontare mille altre” ha dichiarato Paolo Naso, coordinatore di MH, illustrando le buone pratiche e le strategie attuate dalla FCEI che, a partire da una visione cristiana di solidarietà, è riuscita a realizzare i corridoi umanitari attraverso i quali sono giunte in Italia, per vie sicure e legali, tramite accordi di protezione con le autorità competenti, quasi 900 persone in stato di vulnerabilità.
“Forse è una goccia nel mare, ma noi facciamo la nostra parte” ha commentato Galli, sottolineando la volontà di FLAI/CGIL di continuare a collaborare. “Incrinare un diritto colpisce non solo le persone più vulnerabili, ma colpisce tutti; occorre quindi insistere sui temi del lavoro e della dignità”.
Camusso ha rilanciato il modello FCEI con queste parole: “Vanno sostenuti i Corridoi umanitari e noi lo faremo chiedendo al governo una proroga del progetto, non rinunciando all’idea che la risposta debba essere a livello dell’ONU. Quando abbiamo visto tornare il filo spinato alle frontiere abbiamo capito che le paure erano tali da cambiare l’Europa nelle sue politiche. Rispetto ai migranti, noi abbiamo scelto la concretezza con questa esperienza di adozione. Un’accoglienza che crea delle persone ‘sospese’ non va bene. Bisogna andare oltre, non possiamo continuare a non vedere quello che sta succedendo. Per questo abbiamo chiesto ai sindacati europei di affrontare la questione in modo unitario. Abbiamo sostenuto il tema dei migranti e la critica ai paesi europei che hanno erto i fili spinati. Nessuno deve essere condannato a non poter tornare a casa. Ma il tempo dinnanzi va vissuto all’insegna dell’integrazione, quindi del lavoro”.