UE. Pilastro europeo dei diritti sociali: il plauso delle chiese

Con un comunicato stampa congiunto la Conferenza delle chiese europee (KEK) e la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea (COMECE) hanno espresso soddisfazione per la Dichiarazione di Parlamento, Consiglio e Commissione UE dello scorso venerdì a Göteborg in Svezia

Roma (NEV), 20 novembre 2017 – “Un passo decisivo verso un’economia sociale di mercato europea”: la Conferenza delle chiese europee (KEK) e la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (COMECE), con un comunicato stampa congiunto hanno salutato favorevolmente la Dichiarazione d’intenti da parte dei leader dell’Unione europea (UE) relativa al cosiddetto Pilastro europeo dei diritti sociali, per un’Europa più inclusiva e più equa.

Il testo è stato firmato lo scorso 17 novembre a Göteborg (Svezia) dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e dal presidente di turno del Consiglio europeo, Juri Ratas. I firmatari hanno parlato di un momento storico.

I due organismi europei di chiese hanno espresso apprezzamento per il consenso di alto livello raggiunto e incoraggiano nel contempo “l’UE ed i suoi stati membri a tradurre il documento in azioni concrete, coinvolgendo tutti i partner – comprese le organizzazioni ecclesiali e religiose – al fine di creare un mercato interno più radicato ed equo, per un’Europa più sociale e per il beneficio di tutti nella UE”. Solo uno “sforzo congiunto”, “concreto e tangibile”, “guidato dai principi di giustizia e solidarietà” – spiegano KEK e COMECE – potrà far fronte alla “persistente disuguaglianza economica e sociale” e alle “trasformazioni del mondo del lavoro”. I 20 principi chiave su cui si basa il pilastro sono articolati in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro eque; protezione e inclusione sociali. Nel comunicato, infine, si esortano i paesi UE a dotare quest’iniziativa del “necessario sostegno finanziario” per “renderla un reale strumento politico”.

La KEK e la COMECE hanno invitato tutte le parti interessate a impegnarsi in un dialogo con le comunità e organizzazioni di fede, la cui esperienza quotidiana di lavoro sociale potrà contribuire al successo dell’iniziativa e ripristinare la fiducia dei cittadini e delle cittadine nel progetto europeo.