Macerata. Gli evangelici italiani: no a razzismo e xenofobia

“La Bibbia ci chiede: ‘Dov'è il tuo fratello?’. Dopo la tentata strage di Macerata non possiamo girarci dall'altra parte o minimizzare l'accaduto”. La dichiarazione del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Luca Maria Negro

Roma, 5 febbraio 2018 (NEV/CS08) – I fatti sono noti: Luca Traini, la mattina del 3 febbraio a Macerata ha sparato oltre venti colpi di pistola da un’auto in corsa puntandola deliberatamente contro persone di origine africana. Il bilancio è di sei feriti, cinque uomini e una donna.

“La Bibbia ci chiede: ‘Dov’è il tuo fratello?’. Di fronte ai fatti di Macerata non possiamo girarci dall’altra parte o minimizzare l’accaduto e tanto meno cambiare tema discutendo di immigrazione regolare o irregolare”, è l’opinione del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, che così prosegue: “Dov’è il nostro fratello? Perché è in ospedale ferito da un’arma da fuoco? Perché qualcuno gli ha sparato in un macabro Luna Park? Sono queste le domande che, da cristiani evangelici, poniamo a noi stessi e a questa Italia che si divide in un momento in cui dovremmo essere uniti nella solidarietà ai feriti e nella condanna – senza se e senza ma – della xenofobia e del razzismo. Un impegno tanto più convinto – conclude Negro – nell’anno in cui ricordiamo i cinquant’anni dall’assassinio del pastore battista Martin Luther King e la sua lotta per i diritti civili degli afroamericani e per il superamento della segregazione e del razzismo”.