Gerusalemme. KEK e CCEE protestano contro la tassazione degli edifici religiosi

I presidenti delle due organizzazioni ecclesiastiche continentali esprimono solidarietà ai leader cristiani di Gerusalemme contro la proposta del comune della città di tassare gli edifici religiosi

Roma (NEV), 19 marzo 2018 – I presidenti della Conferenza delle chiese europee (KEK) e del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE), rispettivamente il vescovo anglicano Christopher Hill e il card. Angelo Bagnasco,  hanno scritto una lettera di solidarietà ai leader religiosi cristiani per protestare contro la proposta del comune di Gerusalemme di tassare gli edifici religiosi.

La lettera, redatta nell’ambito del Comitato congiunto KEK-CCEE tenutosi a Bruxelles il 9 e 10 marzo scorsi, è indirizzata a Teofilo III, patriarca della Città santa di Gerusalemme, di tutta la Palestina e Giordania, a Nurhan Boghos Manoogian, patriarca del Trono Apostolico di San Giacomo (Armeno), e a Francesco Patton, Custode di Terra Santa.

“Nel rispetto degli ‘accordi esistenti e delle obbligazioni internazionali che garantiscono i diritti e i privilegi delle Chiese’ – scrivono Hill e Bagnasco -, confidiamo che il governo israeliano, sostenuto dal desiderio di pace e giustizia del popolo israeliano, possa prevalere sulla decisione del comune di Gerusalemme di tassare la proprietà delle Chiese. Questa misura metterebbe a rischio non solo i servizi religiosi e caritatevoli rivolti all’intera popolazione del territorio, ma la stessa presenza cristiana a Gerusalemme.”

“Inoltre – prosegue la missiva -, speriamo che le Istituzioni Europee e i governi facciano tutto quanto è in loro potere per garantire il rispetto della legge internazionale e della pace in Terra Santa. La costruzione della casa europea comune, in un continente profondamente radicato nella sua tradizione ebraico-ellenistico-cristiana, passa anche attraverso l’impegno a opporsi a qualsiasi forma di discriminazione basata sulla religione, nonché ad ogni limitazione della libertà religiosa o violazione della legge internazionale anche al di fuori del continente europeo.”