Georg Reider: sii il cambiamento che vuoi vedere

Il pastore Georg Reider

Roma (NEV), 2 maggio 2018 –  Nel corso della III seduta del XXI Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), appena conclusosi a Roma (28 aprile – 1° maggio), Georg Reider, 62 anni, ex-francescano, è stato consacrato al ministero pastorale. Lo abbiamo intervistato.

Pastore Reider, il percorso che l’ha portata in questo Sinodo a diventare pastore luterano è molto denso e articolato. Ce lo può raccontare?

Ho da sempre avuto interesse riguardo alla dimensione spirituale e religiosa della vita. Già da ragazzo mi chiedevo se la mia strada non fosse quella del sacerdozio. Quindi, dopo aver fatto il militare, sono entrato con convinzione nell’ordine francescano. Nel 1984 sono stato ordinato sacerdote, ho proseguito i mei studi di teologia e in scienze dell’educazione, e sono diventato a mia volta docente presso l’Istituto superiore di teologia di Bressanone. Ho anche fatto carriera ecclesiastica, diventando Provinciale dell’ordine francescano in Alto Adige.

Cosa ha caratterizzato maggiormente questi anni di intensa vita religiosa?

Un grande amore per la teologia e la spiritualità, entrambe orientate all’incontro con i bisogni più profondi degli esseri umani. Nel 1996 ho fondato, con il consenso dell’ordine e insieme ad altre persone, il Zentrum Tau per proporre una religiosità e una spiritualità per le persone di oggi. Nel mio percorso mi ha guidato anche una frase di Gandhi: “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Non chiedere agli altri il cambiamento; sii tu il cambiamento. Mi sembra un atteggiamento molto francescano che richiede una testimonianza non solo verbale ma esistenziale.

Nel 2011 però ha deciso di lasciare l’ordine e la chiesa cattolica ed entrare nella chiesa evangelica luterana. Quali motivi hanno guidato al sua scelta?

Essenzialmente tre: il celibato ecclesiastico, la mancanza di democrazia nella gestione della chiesa e il ruolo marginale della donna. Nel percorso che ho descritto fin qui, ad un certo punto ho conosciuto la mia compagna. Mi è stato subito chiaro che avrei dovuto prendere una decisione che avrebbe comportato la mia uscita dalla chiesa. Sono stati momenti molto difficili, tormentati. Ma alla fine mi sono reso conto che quello che avrei voluto dalla mia chiesa – la possibilità di essere un sacerdote e avere una compagna – già esisteva! Ho così conosciuto meglio la chiesa luterana dove ho trovato semplicità – un elemento importante per un francescano – una gestione collegiale, non gerarchica, della gestione della chiesa e una chiesa realmente di uomini e donne, in cui i carismi di entrambi i generi sono valorizzati.

Nella predicazione che ha pronunciato durante la sua ordinazione, lei ha descritto il suo passaggio dalla chiesa cattolica a quella luterana come tappe di un cammino e non come una frattura.

E’ vero, la chiesa cattolica rimarrà sempre la famiglia in cui sono cresciuto religiosamente e spiritualmente. Il mio passaggio al luteranesimo ha le sue ragioni, è una scelta; tuttavia, io sento di essere rimasto nell’ambito della chiesa, intesa nel senso più ampio. Io non parlo quasi mai di chiese al plurale, ma di chiesa al singolare che è riscontrabile in ogni denominazione. E quando mi chiedono quali sono le differenze tra luteranesimo e cattolicesimo io sempre rispondo: pochissime! Perché condividiamo la confessione della fede, mentre il resto è organizzazione, disciplina.

Alla sua ordinazione era presente anche don Mario Gretter in rappresentanza della Diocesi di Bolzano-Bressanone. Un bel segnale ecumenico…

Certamente! Sono davvero contento della sua presenza. Devo anche dire che la mia ulteriore decisione di diventare non solo luterano, ma anche pastore, è stata facilitata dalla liturgia delle chiese luterane tedesche pensata proprio nel caso dell’ordinazione di un ex-sacerdote. In base a questa liturgia, mi sono stati ricordati gli elementi comuni del sacerdozio cattolico e del pastorato luterano – la predicazione della Parola, l’amministrazione dei sacramenti, la cura d’anime, la riservatezza – ai quali già ero stato consacrato.

Sempre nella sua predicazione lei ha detto: “nella mia biografia spirituale ho incontrato due costruttori di chiesa: Francesco d’Assisi e Martin Lutero”. Cosa intendeva?

Sono due personaggi molto diversi ma entrambi dei riformatori della chiesa. Francesco con la voce del Signore che lo invitava: “Ripara la mia casa!”, e Lutero, che non voleva la divisione ma la Riforma della chiesa. Francesco ha sviluppato una riforma della chiesa più da un punto di vista emozionale, spirituale; Lutero da un punto di vista più teologico e strutturale. Entrambi oggi fanno parte della mia biografia spirituale.