Novi Sad (NEV), 4 giugno 2018 – Un lungo corteo sulle sponde del Danubio tra i ponti Varadinski e Žeželj per commemorare tutti coloro che hanno sofferto le atrocità della violenza e della guerra. Così, ieri sera, 3 giugno, a Novi Sad (Serbia) gli oltre 400 partecipanti all’Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (KEK) hanno voluto offrire la loro testimonianza di pace e amicizia.
Un momento di preghiera, canti e riflessione che ha avuto la sua prima tappa presso il memoriale delle vittime del raid compiuto nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, dalle forze d’occupazione ungheresi che uccisero 1245 persone – tra cui oltre 800 ebrei – gettandone i cadaveri nel Danubio.
“La KEK crede nella riconciliazione tra le persone e le culture – ha detto il vescovo anglicano Christopher Hill, presidente uscente della KEK -. E oggi questo include non solo la complessità di un’Europa ecumenica, ma anche interreligiosa, e dove inoltre persone di fede e persone che non professano alcuna fede religiosa sanno parlarsi reciprocamente”.
Il corteo è proseguito passando sotto il ponte Varadinski per arrivare al ponte Žeželj, entrambi bombardati dai bombardamenti NATO del 1999 per poi venire ricostruiti nel 2000, il primo, e solo quest’anno, il secondo.
Alla fine del corteo, nei giardini presso ponte Žeželj sono stati piantati quattro “alberi di giustizia” quale segno di speranza riconciliazione.
Questa la preghiera pronunciata: “Come un grande fiume tu ci nutri, ci trasformi in terreno fertile per diventare alberi di giustizia che offrono ombra e ristoro, e portano frutto. E il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo (Galati 5)”.