Assemblea KEK. I giovani, la chiesa di oggi (e non di domani)

Novi Sad (NEV), 5 giugno 2018 – “Noi siamo la generazione che è testimone di un cambiamento climatico senza precedenti; siamo la generazione che è testimone delle più brutali guerre dal secondo conflitto mondiale; siamo la generazione che è testimone dell’ascesa dei populismi, della xenofobia e della destra estrema. Noi siamo la generazione testimone di un mondo ingiusto che deve essere cambiato. Siamo stanchi di essere la chiesa del futuro, vogliamo essere la chiesa di oggi”.

Questo è il messaggio video lanciato – ed urlato – dai giovani cristiani europei all’Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (KEK) che si chiude oggi a Novi Sad (Serbia).

I giovani sono stati una presenza costante dell’Assemblea, certamente come interlocutori nei diversi dibattiti, ma soprattutto nell’affermazione di una solidarietà intergenerazionale che ancora pende troppo a favore delle generazioni più anziane e estromette i giovani dal presente, definendoli “chiesa del futuro”.

Questa situazione è riconosciuta dal documento sulle strategie e priorità del lavoro della KEK (Strategy and policy) approvato questa mattina dai rappresentanti delle chiese riuniti a Novi Sad.

“La KEK – recita il documento – non può prescindere dall’inclusione dei giovani in tutti i suoi ambiti di lavoro, facendo loro spazio anche al costo di rinunciare al contributo di ecumenisti più anziani per dar vita a un nuovo corso che sappia catturare l’immaginazione e l’impegno di una nuova generazione”.

Un primo passo verso questo obbiettivo è già stato compiuto nella composizione del Comitato direttivo dell’organismo ecumenico continentale che vede tra i suoi 20 membri la presenza di 4 giovani sotto i trent’anni, pari al 20% dell’intero Comitato. Sarà comunque la composizione della prossima assemblea della KEK, tra cinque anni, a dirci quanto questi buoni propositi si saranno trasformati in realtà.