#disarmo. Per una finanza responsabile e per il controllo degli armamenti

Roma (NEV), 1 marzo 2019 – Molti gli ospiti internazionali che hanno partecipato alla quarta tavola rotonda, “Le iniziative delle Chiese e della società civile per una finanza responsabile e per il controllo degli armamenti”, del convegno “Produzione e commercio di armamenti: le nostre responsabilità” che si è svolto oggi a Roma presso la Camera dei deputati.

Gli ospiti internazionali hanno raccontato le proprie esperienze principalmente nel campo della finanza etica: Tommy Piemonte, responsabile sostenibilità di Bank für Kirche und Caritas – Germania, banca cattolica che ha come cliente solo organizzazioni cattoliche che lavorano in campo sociale e Maaike Beenes, di PAX OLANDA, organizzazione interconfessionale di cattolici e protestanti che guida il progetto di disinvestimento di fondi verso compagnie che producono armi nucleari, hanno sottolineato come sia importante che i cittadini facciano pressione sulle compagnie che producono e esportano armi attraverso gli strumenti finanziari: “quando metti i tuoi soldi in una banca – ha detto Maaike Beenes – fai una scelta e puoi decidere. Quindi è importante seguire i propri valori e principi. E’ questo ci da la possibilità di dire la nostra”. 

Kiflemariam Gebrewold, senior advisor del “Peace & Ecumenical Program” delle Chiese Protestanti del Baden – Germania, ha illustrato il funzionamento della Rheinmetall, azienda tedesca che possiede RWM Italia. Rheinmetall ha due grandi produzioni all’estero, in Sud Africa e in Italia che hanno un’esportazione che è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. Gebrewold ha contribuito alla discussione con dati su import ed export raccontando anche casi specifici e mettendo in evidenza l’importanza di lavorare insieme a livello europeo e portare avanti azioni di lobby congiunte a più livelli. Sul tema delle riconversione ha sottolineato la necessità di tre elementi: volontà politica, fondi e mercato.

Lisa Clark, della campagna “Italia, ripensaci” partner italiana di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) e Mayors for Peace, ha esposto le ragioni della campagna che chiede la ratifica da parte di tutti gli Stati del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari approvato all’ONU il 7 luglio 2017. “L’Italia – ha detto Clark – non ha ancora risposta alla richiesta di firma”. 

Don Renato Sacco, della campagna di pressione alle “banche armate”, ha sottolineato la responsabilità personale di ciascuno nel sostenere questi meccanismi attraverso la finanza: “è importante scegliere da che parte stare e anche i piccoli gesti lo dimostrano”.

La giornata è stata conclusa da Claudio Paravati, direttore di Confronti, e Carlo Cefaloni del movimento dei Focolari.

Paravati ha messo in evidenza come “il movimento per la pace debba ricostruirsi insieme ad altri soggetti. L’utopia è una grande forma di realismo che ci indica il mondo che vogliamo realizzare”, ha detto.

Carlo Cefaloni ha invece messo l’accento sulla consapevolezza e la responsabilità delle chiese tutte, che per molti anni hanno chiuso gli occhi su questa realtà: “è importante invece andare all’origine dell’economia disumana, che uccide. Siamo chiamati a ribaltare questa situazione. Dobbiamo andare a colpire i centri di potere e arrivare alle scelte politiche. C’è un altro mondo di stare al mondo e di incidere sulla nostra realtà”.