Il ruolo delle diaspore MedAfricane

Si tiene a Roma il 14 marzo alla Camera dei deputati l’incontro su migrazione, accoglienza, inclusione, co-sviluppo. Conversazione con il valdese Berthin Nzonza, fra i relatori al convegno

Il monumento "Porta di Lampedusa, Porta d'Europa” di Mimmo Paladino

Roma (NEV), 4 marzo 2019 – “Chi mi vede da fuori si chiede se io sia integrato o no. Leggono sulla mia pelle che sono straniero. I migranti sono sempre stati considerati degli oggetti. Il convegno del 14 marzo rappresenta uno spazio di protagonismo per i migranti come soggetti che portano un contributo alla comunità” ha dichiarato all’agenzia NEV Berthin Nzonza, responsabile staff Mosaico, Azioni per i rifugiati, nonché rappresentante per l’Europa nel Consiglio esecutivo della Comunità evangelica di azione apostolica (CEVAA) e volontario per le attività diaconali presso la chiesa valdese.

Nzonza è fra i relatori al convegno nazionale “Migrazione, Accoglienza, Inclusione, Co-sviluppo. Il ruolo delle Diaspore Med-Africane, anno III. Elementi di policy nazionale e locale” promosso a Roma il 14 marzo dal Centro italiano per la pace in Medio Oriente (CIPMO) in partnership, fra l’altro, con il Centro studi e la rivista Confronti.

“Avere uno spazio in cui portare e condividere le proprie ricchezze è una novità. Giustificarsi è faticoso e non aiuta a fare un percorso – ha proseguito Nzonza -. Finché ogni immigrato dovrà giustificarsi non potrà investire nella costruzione di un futuro. È vero che chi arriva ha bisogno di un pezzo di pane, ma questo non basta. È importante comprendere le potenzialità e i contributi che possono portare le persone che si spostano in quanto portatrici di una realtà diversa”.

Berthin Nzonza. Immagine tratta dal video www.youtube.com/watch?v=e1ES4tmoxgU

Nzonza cita Frantz Fanon, medico psichiatra e antropologo francese, originario delle Antille e rappresentante del movimento di pensiero per la decolonizzazione, che nel periodo della migrazione nordafricana algerina parla con i colleghi psichiatri francesi facendo emergere il corto circuito della coscienza post coloniale. “Noi non siamo solo corpi malati, ma corpi politici che possono interloquire, come dice Fanon – continua Nzonza -. Altro elemento importante è il riconoscimento della comunità, che ha investito su di me. Ho sempre rivendicato, come richiedente asilo, il diritto a essere accompagnati in questo percorso. Sono grato a tutte quelle persone, donne e uomini, che hanno creduto in me. Parafrasando Antoine de Saint-Exupéry, anche se sei diverso da me, vieni e camminiamo insieme. Lo abbiamo fatto con questa piccola associazione, grazie alla città di Torino e alla Regione Piemonte e a molti altri che ci sostengono. Sarò a Roma a rappresentare questo. In Italia oggi mancano spazi di espressione per chi arriva, che è percepito come un pericolo – conclude Nzonza -. Il binomio ‘migrazioni-sicurezza’ impedisce un’evoluzione, fa vivere nel provvisorio. Chi arriva, ma anche chi è già in Italia da anni, non sa cosa accadrà domani, quindi non si sente legato al territorio perché non sa se potrà rimanere”.

“L’attenzione mediatica – rileva Janiki Cingoli, presidente di CIPMO – è concentrata sulla questione degli arrivi e dei rifugiati, ma il dato reale sono i sei milioni di persone di origine straniera che già vivono in Italia. Gli sbarchi sono oramai praticamente azzerati, bisogna guardare oltre l’emergenza. Per facilitare i processi d’inclusione dei nuovi arrivati e garantire il contrasto ai processi di radicalizzazione e le possibili derive terroristiche”. “È necessario fare di tutto per sostenere i processi positivi e costruttivi, e portare a emersione ciò che, talvolta proprio per il nostro quadro legislativo da aggiornare – come nel caso della libertà religiosa – non può esprimersi al meglio e contribuire alla ricchezza della società tutta” afferma Claudio Paravati, direttore di Confronti.

Il convegno coinvolge numerosi attori istituzionali e associativi nazionali e locali le cui iniziative talora procedono in parallelo ed è sostenuto, fra l’altro, dall’Unità di analisi, programmazione, statistica e documentazione storica del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Appuntamento a Roma il 14 marzo dalle 15 alle 18.30 presso la Camera dei Deputati – auletta dei gruppi parlamentari, via di Campo Marzio 78.


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Contatti per la Stampa: Gian Mario Gillio – 335 52 50 593 gianmario.gillio@gmail.com – Elena Bonacini – 333 12 05 486 comunicazione@cipmo.org