8 marzo. “L’Italia mi aiuta e mi uccide”

La storia di Ashtar, simbolo delle tante donne che nel mondo soffrono e lottano per la propria vita

Roma (NEV), 7 marzo 2019 – “Sono Ashtar Al Razehi. Vengo dallo Yemen dove lavoravo in una società di elaborazione di dati statistici. Avevo una bella vita ma ho perso ogni cosa per la guerra…”

Comincia così la testimonianza di Ashtar Al Razehi, una donna yemenita rifugiata, attualmente ospite del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) del Mugello, che ha lanciato un appello durante il convegno “Produzione e commercio di armamenti: le nostre responsabilità” promosso dalla Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) insieme ad altre organizzazioni e chiese*.

Una testimonianza forte, che riferisce dell’orrore della guerra e di come tante donne ancora vivano questa condizione: “non è facile vivere in guerra… non è facile vedere la paura negli occhi dei bambini quando sentono il suono delle bombe che esplodono… non è facile per questi bambini vedere le loro madri coperte di sangue. Il fetore della morte è ovunque”, ha detto Al Razehi.

“Ciò che mi rattrista e angustia – ha proseguito – è che l’Italia, il paese che mi ha aiutato a uscire dallo Yemen, produce armi e bombe nella fabbrica in Sardegna. L’Italia mi aiuta e mi uccide nello stesso tempo. Queste bombe ci uccidono, uccidono i nostri sogni, uccidono anche la nostra umanità e dignità e ci consegnano a un futuro nero. Lo Yemen è una grande tragedia, un grande cimitero. Fermiamo questa guerra sporca. Fermiamo la vendita di bombe, vogliamo una vita tranquilla”.

Maria Elena Lacquaniti della GLAM, in occasione della Giornata della donna, ha voluto ricordare la storia di Ashtar, come simbolo delle tante donne che nel mondo soffrono e lottano per la propria vita: “Come Commissione globalizzazione e ambiente ci battiamo perché questo orrore abbia termine e il nostro paese blocchi le forniture di armi a paesi in conflitto e dove si verificano gravi violazioni dei diritti umani, e rispetti le leggi e i trattati internazionali su questo tema. Alla vigilia della giornata della donna ricordiamo le nostre sorelle nel mondo, le donne yemenite e tutte quelle che vivono situazioni di guerra, di sfruttamento e di violazioni dei propri diritti”.

Dal 25 marzo 2015 una coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita e sostenuta da Stati Uniti e Regno Unito, ha lanciato attacchi aerei contro il gruppo armato huthi in Yemen.

Le incursioni aeree della coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno centrato indistintamente case, scuole, ospedali, moschee. Sono quasi 17.000 i civili feriti o uccisi. L’Italia, vendendo bombe prodotte nella fabbrica RWM di Domusnovas, in Sardegna, all’Arabia Saudita, si sta rendendo complice delle violazioni dei diritti umani compiute in Yemen, come testimoniato da un’inchiesta del New York Times.

*Conferenza Episcopale Italiana (Ufficio Problemi Sociali e Lavoro – Ufficio Ecumenismo), Pax Christi – Italia, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari – Italia, Rete italiana per il disarmo e Campagna di pressione alle “banche armate”