Decreto immigrazione, effetto boomerang

Su Riforma.it Claudio Geymonat intervista Simone Alterisio, coordinatore per la Diaconia valdese di un team mobile a Ventimiglia, in collaborazione con Oxfam. Tema: le criticità delle nuove norme in materia di accoglienza

Roma (NEV/Riforma.it) 11 marzo 2019 – Più sicurezza o più clandestini? Questa la domanda che si pone su Riforma.it Claudio Geymonat che, in una conversazione con Simone Alterisio, coordinatore per la Diaconia valdese di un team mobile a Ventimiglia in collaborazione con Oxfam, affronta le criticità delle nuove norme in materia di accoglienza.

Con lo smantellamento del sistema di accoglienza, il ridimensionamento degli SPRAR, la cancellazione di programmi di inclusione, il decreto immigrazione ha tra i suoi effetti l’aumento delle persone costrette a dormire in strada nelle città e lungo le frontiere.

Ventimiglia è uno di questi luoghi, da dove partono bus carichi di persone “deportate”, con destinazione hotspot di Taranto, per avviare procedure di espulsione che non avverranno mai, perché l’Italia ha accordi bilaterali in tal senso soltanto con poche nazioni; Ventimiglia è dove vengono respinti dalla Francia anche i minori e dove vengono messe in atto prassi non legittime che, a lungo termine, costeranno alla collettività in termini economici e sociali.

Peraltro, secondo i dati dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI), entro il 2020 la sola abolizione della protezione umanitaria produrrà un numero di nuovi irregolari che oscilla fra le 60.000 e 100.000 unità (di cui meno del 10% verrà effettivamente rimpatriato).

Alterisio si fa interprete di quanto temuto da moltissime associazioni e enti che si occupano del fenomeno migratorio: “Certo, nel breve termine il disegno appare tragicamente chiaro: si è creato un nemico, lo straniero, cui rendere quasi impossibile la permanenza regolare su suolo italiano; lo si manda per strada, si fa crescere l’insicurezza percepita con sonanti campagne stampa, e alcune forze politiche avranno buon gioco a fare una campagna elettorale sulla necessità di maggiore tutela. Ma nel lungo periodo tutti i nodi verranno al pettine: se si mettono in strada decine di migliaia di persone, prima o poi il fenomeno andrà gestito e le contraddizioni cui stiamo assistendo diventeranno probabilmente un boomerang”.

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