Il Dio dei migranti, le religioni oltre i confini

Presentato presso la sala della Chiesa Valdese di Piazza Cavour a Roma il volume “Il Dio dei Migranti. Pluralismo, conflitto, integrazione”, curato da Maurizio Ambrosini, Paolo Naso e Claudio Paravati

Roma (NEV), 5 aprile 2019 – Si è aperta con la relazione della viceministra agli esteri e alla cooperazione internazionale Emanuela Del Re la serata di presentazione del volume “Il Dio dei Migranti. Pluralismo, conflitto, integrazione”, ricerca curata da Maurizio Ambrosini, Paolo Naso e Claudio Paravati.

“Un saggio scientifico, scritto con un atteggiamento rigoroso, qualitativamente attendibile; un libro che ci aiuta a districarsi nella complessità”, così l’ha definito la viceministra Del Re che ha poi detto: “una pubblicazione che ci ricorda che il ruolo della religione è pervasivo, che orienta la persona in tutte le fasi della migrazione, aiutando a costruire la comunità e definendo il ruolo del migrante all’interno di essa”.

Alla serata, che si è svolta nella sala della Chiesa Valdese di Piazza Cavour a Roma, sono intervenuti, tra gli altri: il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo che nel suo intervento ha sottolineato che “si tratta di un testo necessario, soprattutto laddove riprende l’idea della cittadinanza spirituale, considerandola come responsabilità individuale, autosufficienza economica e buon carattere morale”.

Sono state poste delle domande di ordine teologico, invece, dal professor Gaetano Lettieri, direttore del dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo all’Università La Sapienza.  Quesiti a cui ha provato a dare risposte nel corso del suo intervento, don Giuliano Savina, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo della Conferenza Episcopale Italiana. “Occorre andare alla radice, comprendere in primo luogo cosa possono fare le chiese cristiane per restituire la dignità agli esseri umani, come testimonia l’esempio dei corridoi umanitari”; ha spiegato Savina: “Occorre ripartire dalla lettura della Bibbia, la parola di Dio”.

Le conclusioni finali della serata, che è stata moderata da Claudio Paravati, direttore del Centro Studi Confronti sono state affidate al professor Paolo Naso, autore del volume e coordinatore di Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI). “Questa ricerca vuole rappresentare un avanzamento in un percorso conoscitivo di fondamentale importanza per l’Italia multietnica che si sta formando sotto i nostri occhi”; ha spiegato Naso: “Siamo infatti convinti che anche in Italia l’immigrazione costituisca uno dei più incisivi vettori di un processo di post-secolarizzazione, il quale restituisce attualità alle appartenenze religiose”. E poi ha concluso: “Nel frattempo diventa urgente ritrovare ciò che stiamo perdendo, gli attributi fondamentali della nostra democrazia”.