Ai margini del margine

La situazione abitativa delle comunità rom in Italia è così grave che Amnesty International ha presentato un ricorso al Comitato Europeo dei diritti sociali in base ai dati sugli insediamenti formali e informali raccolti in tutta Italia insieme all'Associazione 21 Luglio

Roma (NEV), 9 aprile 2019 – “Abbiamo documentato per quasi un decennio continui sgomberi forzati, segregazione abitativa in alloggi inadeguati e discriminazioni nell’accesso dei rom agli alloggi popolari, a Roma, ma anche a Napoli e Milano”. Ed è per questo, ha dichiarato ieri pomeriggio nella sala stampa della Camera dei deputati la ricercatrice dell’ufficio europeo di Amnesty international, Elisa De Pieri che “abbiamo deciso di presentare per la prima volta un ricorso al Comitato Europeo dei diritti sociali, contestando con prove circostanziate violazioni della Carta sociale europea”.

“Le condizioni abitative di migliaia di rom in Italia sono una scandalosa violazione dei diritti umani, –  ha continuato De Pieri, sottolineando – l’assenza di infrastrutture e servizi di base come l’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari, riscaldamento ed energia elettrica”.

La conferenza stampa in cui è stato presentato il ricorso è stata organizzata da Amnesty international insieme all’Associazione 21 Luglio e quest’ultima, qualche ora prima in Senato, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora, aveva diffuso il Rapporto annuale 2018, sulla “condizione delle comunità rom che vivono in Italia, negli insediamenti formali e in quelli informali”.

Pubblicato significativamente con il titolo di: I Margini del margine, il Rapporto rivela che “sono 25.000 le persone di etnia rom che vivono tra le baraccopoli istituzionali e quelle informali. In quest’ultime vivono 15.000 persone, di cui più della metà sono minori, con una percentuale di cittadini con cittadinanza italiana vicina al 45%”.

Soltanto a Roma vivono più di seimila persone rom e sinti in emergenza abitativa e, a fronte di ciò, ha detto il presidente della 21 Luglio, Carlo Stasolla “ci sono diversi segnali che mostrano come ci troviamo di fronte a un’escalation pericolosa”. In questo senso, ha continuato Stasolla: “i fatti di Torre Maura (e quelli di Casal Bruciato oggi) ci dicono che si rischia di provocare nel nostro Paese focolai di pogrom anti rom che andrebbero a colpire quanti, nelle nostre periferie, sono riconosciuti come rom, come indigenti, come poveri urbani”.

Le parole di Stasolla fanno il paio con quelle pronunciate qualche giorno fa per stigmatizzare i fatti di Torre Maura, dal presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) Luca Maria Negro  il quale ha ricordato alla politica “che il suo compito primario è contrastare le povertà e non di soffiare sul fuoco del razzismo e dell’egoismo sociale”.